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Stanislao Cannizzaro

1826 - 1910

Nato a Palermo il 13 luglio 1826, da Mariano e da Anna Di Benedetto, ultimo di dieci figli. Il padre, magistrato, era allora direttore generale della polizia di Sicilia e l'anno seguente divenne presidente della Gran Corte dei Conti di Sicilia. Cannizzaro manifestò ben presto idee antiborboniche e liberali. Nel 1836 frequentò il collegio-convitto "Carolino Calasanzio" dove studiò materie classiche e matematica. A 15 anni si iscrisse alla Facoltà di medicina, dove rimase fino al 1845 sostenendo alcuni esami ma senza conseguire mai la laurea. Per tre anni frequentò il corso del fisiologo Foderà, del quale divenne allievo prediletto e sotto la cui direzione eseguì alcuni esperimenti biologici. Si interessò alla chimica, seguì il corso di Casoria. Partecipò a Napoli alla VII adunanza degli scienziati italiani dove fece la conoscenza del fisico Melloni che lo indirizzò a Piria, considerato il più grande chimico del momento, con il quale studiò a Pisa dal 1846 al luglio del 1847. Partecipò come ufficiale di artiglieria alla rivoluzione contro i Borboni scoppiata nel gennaio del 1848. Nel marzo 1848 fu eletto deputato di Francavilla al nuovo Parlamento siciliano. Dopo il fallimento della rivolta fu incluso nelle liste di proscrizione e quindi costretto all'esilio in Francia, dove strinse amicizia con i chimici Auguste Cahours e Henri-Victor Regnault. Nel 1851 venne chiamato dal Governo piemontese alla cattedra di chimica del Collegio nazionale di Alessandria per passare nel 1855 alla cattedra di chimica dell'Università di Genova. Qui riuscì ad attrezzare in un anno un modesto laboratorio, dove proseguì i lavori sugli alcoli aromatici e scrisse anche il famoso Sunto di un corso di filosofia chimica, in cui enunciò la sua celebre legge degli atomi (1865). Nell'estate del 1860 rientrò a Palermo per rivedere la madre e le sorelle, successivamente, nell'ottobre 1861, ottenne la cattedra di Chimica inorganica e organica all'Università. A Palermo, di cui fece il centro degli studi chimici in Italia, ebbe la collaborazione di chimici italiani e stranieri, fra i quali Paternò, Koerner, Lieben e Schiff. Fu per molti anni rettore dell'Università. Coprì anche molti ruoli pubblici: consigliere comunale ed assessore della Giunta municipale e durante l'epidemia del 1867 fu Commissario per la salute pubblica. Istituì inoltre una scuola tecnica serale per gli operai. Nel 1870 decise, insieme con Gabba, Selmi, Tassinari, Amato, Paternò e Schiff di fondare un periodico esclusivamente dedicato alla chimica la Gazzetta chimica italiana. 
In seguito alla unione di Roma al Regno d'Italia, Cannizzaro fu chiamato alla cattedra di chimica dell'Università romana. Il 15 novembre 1871 fu nominato senatore. Il nuovo istituto chimico sorse nell'orto del vecchio convento di S. Lorenzo in Panisperna e qui Cannizzaro insegnò per quaranta anni. Pur continuando a coltivare i suoi studi di chimica generale, si dedicò essenzialmente alla chimica organica. 
Fu membro di numerose accademie associazioni: nel 1865 era diventato socio dei Quaranta, nel 1873 diventò socio nazionale dei Lincei. La London Chemical Society lo collocò accanto a Galilei, Torricelli, Volta e Galvani.
Morì a Roma il 10 maggio 1910.
Nel centenario della nascita i suoi resti furono deposti accanto a quelli della moglie nel chiostro della chiesa di San Domenico a Palermo, dove si trovano le spoglie di vari siciliani illustri.

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