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Osservatorio Astronomico di Brera

Merate 1764

L'Osservatorio Astronomico di Brera fu fondato nel 1764 all'interno del Collegio Gesuitico di Milano. Il cardinale Carlo Borromeo, allora arcivescovo di Milano, affidò il palazzo di Brera ai Gesuiti, assegnando loro il compito di istituirvi una scuola di istruzione superiore per il clero e per la nobiltà. L'insegnamento dei Gesuiti era basato sulle discipline umanistiche, ma comprendeva anche le scienze, e in particolare l'astronomia. Nel corso del '700 i Gesuiti avevano istituito e gestivano in varie città europee diversi osservatori astronomici, a partire da quelli di Lione e Marsiglia (fondati nel 1702); nel 1773, anno della soppressione dell'Ordine, essi avevano in tutto una trentina di osservatori. Verso la metà del '700 a Brera non esisteva ancora un osservatorio astronomico, ma si sa che alcuni padri gesuiti conducevano osservazioni di oggetti celesti dai tetti del collegio, servendosi di piccoli telescopi. Nel 1760 due padri gesuiti di Brera, Giuseppe Bovio e Domenico Gerra, scoprirono una nuova cometa. Fu forse il successo di questa scoperta a convincere il rettore del Collegio di Brera, padre Federico Pallavicino, a potenziare l'attività astronomica fondando un vero osservatorio. A questo scopo egli fece venire da Marsiglia un astronomo esperto, padre Luigi La Grange, e gli affidò il compito di fondare la specola di Brera. Padre La Grange giunse a Milano nel 1762; a partire dall'anno successivo iniziarono le regolari osservazioni astronomiche e le misurazioni meteorologiche. La Grange fu aiutato nella fondazione dell'Osservatorio da un altro padre gesuita, Ruggero Boscovich, a cui nel 1764 era stata affidata la cattedra di matematica all'Università di Pavia. Probabilmente il Boscovich aveva visitato il Collegio di Brera, aveva saputo dell'intenzione di fondare un osservatorio e si era appassionato all'idea; nel 1764 gli venne affidato ufficialmente il compito di preparare il progetto per il nuovo osservatorio. Boscovich era una personalità scientifica di primo piano; la sua opera principale, la Philosophiae naturalis theoria (1758), una specie di enciclopedia di scienze naturali, è uno dei trattati scientifici più autorevoli e più citati della seconda metà del XVIII secolo. Boscovich era anche esperto in architettura e ingegneria civile e in pochi mesi progettò e fece costruire i locali che dovevano ospitare il nuovo osservatorio, alla sommità dell'angolo sudorientale del Palazzo di Brera. Era composto da due piani: il piano inferiore era diviso in cinque stanze, che ospitavano i quadranti murali, gli orologi a pendolo e altri strumenti; il piano superiore consisteva di un'unica stanza, di pianta ottagonale, ed era usato per le osservazioni con i telescopi e per le lezioni dimostrative di astronomia per il pubblico. Sopra la stanza ottagonale si trovava una terrazza dotata di due cupole coniche. In pochi anni l'Osservatorio di Brera divenne la più importante istituzione astronomica in Italia, dove si formavano come apprendisti i migliori scienziati, che venivano poi assunti presso altri istituti. Questa situazione di predominio scientifico durò almeno fino al primo ventennio dell'Ottocento. Per quasi un decennio La Grange e Boscovich si divisero il compito di dirigere la specola di Brera. I due avevano caratteri e impostazioni scientifiche quasi opposte e perciò presto tra i due sorse un dissidio; nel 1772 Boscovich diede le dimissioni da tutti i suoi incarichi e lasciò l'Osservatorio. L'anno successivo (1773) l'ordine dei Gesuiti fu soppresso da papa Clemente XIV; il Collegio di Brera, con l'annesso Osservatorio, venne statalizzato e passò sotto le dirette dipendenze del governo austriaco a Milano. Gli Austriaci dimostrarono subito un particolare interesse per lo sviluppo dell'Osservatorio, dotandolo dei mezzi economici e del personale necessari per proseguire nelle linee di sviluppo tracciate dal Boscovich; nel 1773 essi fecero venire appositamente da Vienna Joseph (Giuseppe) Megele, tecnico specializzato nella costruzione di apparecchi ottici e meccanici, a cui si deve gran parte della nuova strumentazione costruita nell'Osservatorio fino al 1816; nel 1775 giunse all'Osservatorio un nuovo astronomo, Barnaba Oriani, che poco dopo ne assunse la direzione. Nel 1774, soddisfacendo un desiderio dell'Imperatrice Maria Teresa d'Austria, l' Osservatorio pubblicò il primo volume delle Ephemerides Astronomicae, un annuario astronomico che in breve divenne famoso e apprezzato in tutto il mondo. L'annuario comprendeva due sezioni: la prima era costituita da una serie di tabelle con le posizioni previste per il Sole, la Luna e i pianeti, utilizzate dagli astronomi per le osservazioni; la seconda conteneva una raccolta di articoli scientifici. La pubblicazione dell'annuario continuò senza interruzioni fino al 1874. Nel 1859, con l'armistizio di Villafranca, la Lombardia fu annessa al Piemonte, come primo passo verso l'unificazione d'Italia. Questo evento ebbe immediate conseguenze sulle condizioni dell'Osservatorio di Brera: il governo piemontese, preoccupato di risollevare l'Osservatorio dal suo stato di crisi, dovuto alla mancanza di personale e di strumentazione scientifica, inviò a Brera come secondo astronomo Giovanni Virginio Schiaparelli, che, nominato direttore nel 1862, in poco tempo impresse un nuovo corso all'Osservatorio. Grazie alla sua reputazione scientifica e agli agganci politici riuscì a ottenere immediatamente per l'Osservatorio un nuovo strumento, che fu ordinato nel 1862 e giunse a Brera nel 1865, anche se la costruzione di una nuova cupola, di dimensioni sufficienti per ospitarlo, si protrasse per parecchi anni e il telescopio entrò in servizio regolare solo a partire dal 1875. All'osservazione di stelle doppie e di Marte Schiaparelli dedicherà, con tenacia e perseveranza, una parte cospicua della sua attività osservativa, ritirandosi solo quando, nel 1900, le condizioni della sua vista saranno peggiorate al punto da non permettergli di proseguire il lavoro. Nel 1880 Schiaparelli ottenne un finanziamento per acquistare un telescopio ancora più potente. Il nuovo strumento giunse a Brera nel 1882 e fu usato su base regolare a partire dal 1886. Dal 1923 la maggior parte delle attività osservative vengono trasferite alla seconda sede presso Villa San Rocco, a Merate (LC), in Brianza. Dal 1946 l'Osservatorio è entrato a far parte delle istituzioni scientifiche della Repubblica Italiana e nel 2001 è confluito nell'Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF). L'osservatorio mantiene la sua sede in palazzo Brera a Milano 62. L'attività di ricerca è ancora pienamente in vigore in entrambe le sedi dell'Osservatorio. Tra i direttori dell'OAB ricordiamo Barnaba Oriani, Giovanni Virginio Schiaparelli e Giovanni Celoria. L'Osservatorio annovera inoltre, tra le fila degli astronomi, Margherita Hack che lavorò presso la sede di Merate dal 1954 al 1964 anno in cui divenne professore ordinario presso l'Istituto di Fisica teorica dell'Università di Trieste.

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