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Antonio Favaro

1827 - 1922

Antonio Favaro nacque il 21 maggio 1847 a Padova, e ivi morì il 30 settembre 1922. Iscrittosi alla facoltà di Matematica di Padova, studiò con scienziati come Giusto Bellavitis e Domenico Turazza, laureandosi nel 1866. Successivamente nel 1869 conseguì il titolo di ingegnere alla Scuola di applicazione di Torino, frequentando per un certo periodo il Politecnico di Zurigo. Dal 1870 insegnò all'Università di Padova Matematica applicata, come assistente del Turazza; nel 1872 fu professore straordinario di statica grafica che insegnò per circa cinquant'anni, dopo aver ottenuto nel 1882 la cattedra. Insegnò inoltre altre discipline di carattere matematico e geometrico. Dopo aver pubblicato un importante trattato di "Statica grafica" (Venezia e Padova, 1877), si interessò alla sismologia; quindi i suoi studi si concentrarono principalmente sulla storia delle scienze matematiche e fisiche, anche sotto l'influsso del principe Baldassarre Boncompagni. Materia sulla quale, primo in Europa, nel 1878 tenne un corso presso l'Università di Padova che durò fino al 1911. Lasciò scritti sulla tradizione di Leonardo e sulla storia dell'Ateneo padovano; collaborò a riviste quali «Nuova Antologia», «Coenobium» e «Scientia». Ma soprattutto la sua fama è legata agli studi su Galileo Galilei, di cui curò insieme a Isidoro Del Lungo e a Umberto Marchesini l'Edizione nazionale delle opere in 20 volumi, pubblicati dal 1890 al 1909: si tratta del frutto di ricerche alle quali Antonio Favaro si dedicò fino agli anni Ottanta del sec. XIX. Fu socio corrispondente e poi presidente del R. Istituto Veneto (1905-1906) e socio corrispondente dell'Accademia dei Lincei dal 1918.

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