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Credo di non essermi mai trovato in nessun'altra circostanza di fronte a un dilemma così difficile. Ma ben presto prevalse in me l'idea che restando in Italia avrei potuto contribuire alla conservazione di una forma di cultura, molto probabilmente assai più utile da un punto di vista generale di quello che avrebbe potuto essere il mio contributo scientifico al grandissimo fiume delle ricerche fisiche negli Stati Uniti.
Così Edoardo Amaldi motiva la scelta fatta nel 1946 di rifiutare una cattedra all'Università di Chicago e di tornare in Italia per rifondare la ricerca in campo fisico in un Paese distrutto materialmente e moralmente dalla guerra. Di certo un'Italia molto diversa da quella che aveva visto nascere nell'Istituto di via Panisperna le ricerche sugli atomi del gruppo di Fermi, di cui Amaldi era parte, prima che le leggi razziali e la guerra ne sancissero la fine.