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"Il grammofono senza dischi. La registrazione elettromagnetica del suono", questo il titolo di uno dei lavori di Ginestra Giovene, ma come spiega il fenomeno? In che modo riesce a far comprendere al pubblico della radio in cosa consiste questo nuovo ritrovato tecnologico? La spiegazione che da è la seguente: La radio e il grammofono [...] si sono anche qualche volta uniti in una utile e stretta collaborazione [...] Qualche stazione ha anche trasmesso un'intera opera facendone precedere l'esecuzione da un annuncio dalla dicitura "Trasmissione fonografica". I radio ascoltatori si saranno forse allora meravigliati di non avvertire affatto l'istante in cui termina l'incisione di un disco ed avranno forse immaginato un complicato alternarsi di due grammofoni, plaudendo alla perizia di coloro che assicuravano una così completa continuità di suono. Se però gli ascoltatori oltre ad un apparecchio radio avessero posseduto anche un apparecchio da televisione, si sarebbero alquanto meravigliati di non vedere, non dico due grammofoni, ma nemmeno uno e di vedere soltanto un sottile nastro di acciaio svolgersi da una bobina ed avvolgersi su di un'altra passando avanti ad un piccolo apparecchio. Già da queste poche righe è facile intuire la grande capacità di Ginestra di rendere semplice e adatto anche al pubblico "generalista" della radio e della televisione e agli studenti delle scuole medie e superiori il linguaggio della scienza.  

Ginestra Giovene Amaldi fu una donna di notevoli capacità comunicative ma fu anche molto altro: un fisico che prese, anche se per breve tempo, parte al gruppo di lavoro che si era costituito intorno a Fermi e a Corbino nell'Istituto di fisica di via Panisperna, una moglie e una madre, una scrittrice, una nuotatrice esperta, tanto che fu selezionata per la squadra italiana di nuoto per le Olimpiadi.

Nasce a Napoli il 15 luglio 1910 da Nestore, ingegnere ferroviario, e Giulia Cristiano, maestra d'asilo, si narra che il suo nome fu scelto in omaggio alla famosa poesia leopardiana. La famiglia si trasferì a Roma quando Ginestra era piccola, e nella Capitale Ginestra frequentò il Liceo Classico Torquato Tasso dove si diplomò il 10 ottobre 1927. Nello stesso anno si iscrive alla Facoltà di Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali della R. Università di Roma dove si laurea il 30 novembre 1931 in fisica con una dissertazione intitolata "Le temperature stellari" e una seconda tesi dal titolo "La teoria quantistica del nucleo atomico". Nel 1931 ottiene una borsa di studio dal CNR e segue un corso di specializzazione in radiocomunicazioni. Nello stesso anno inizia a frequentare, come volontaria, l'Istituto fisico di via Panisperna, nella speranza di ottenere un lavoro come ricercatore, tuttavia il direttore dell'Istituto, Corbino, non vedeva di buon occhio l'ingresso delle donne nell'Istituto. A via Panisperna Ginestra conosce Edoardo Amaldi, che sposa nel 1933 e da cui ha quattro figli, Ugo, Paola, Francesco e Daniela. Nel 1934 inizia a lavorare presso l'Istituto nazionale per le applicazioni del calcolo del CNR e qui collabora attivamente alla redazione della rivista "La ricerca scientifica", attraverso la quale contribuisce alla diffusione all'estero dei risultati raggiunti dal gruppo di Fermi. Forse proprio dall'esperienza nella redazione di questa rivista nasce la sua passione per la divulgazione scientifica e, lasciato l'INAC, si dedica a questa nuova attività con lo stesso entusiasmo con cui si era dedicata alla ricerca astronomica e alla fisica delle particelle.

Nel 1936 esce il suo primo libro "Alchimie del nostro tempo", scritto a quattro mani con Laura Cappon, moglie di Enrico Fermi, in cui si spiegava al grande pubblico lo sviluppo della concezione atomica dall'antichità sino alle scoperte avvenute all'interno del laboratorio di via Panisperna.

Gli anni della guerra sono per Ginestra anni terribili, vede partire il marito per il fronte, gli amici, Enrico e Laura Fermi, scappano dall'Italia per timore delle leggi razziali e si rifugiano negli Stati Uniti, ma soprattutto nel 1944 muore la figlia Paola, un dolore che segna la vita di questa donna fragile e forte al tempo stesso.

Il suo libro più noto, non solo in Italia, "Questo mondo grande e terribile" edito da Garzanti nel 1951 e tradotto in varie lingue, è rivolto ai ragazzi tra i 10 e i 14 anni, la sua stesura, secondo quanto ricorda il figlio Ugo, era iniziata già prima dell'ingresso degli alleati a Roma.

Tra il 1950 e il 1960 scrive numerosi articoli e voci di enciclopedia e in qualità di autrice di testi e di voce narrante collabora ad una serie di trasmissioni radiofoniche e televisive a carattere didattico: "Classe unica" (1954), "Telescuola" (1959-1961), "Piccola enciclopedia popolare" (1962-1965), "Almanacco" (1963-1965), "Università Marconi" (1965-1968), "Rassegne delle scienze" (1963-1968). Per "Telescuola" presenta in diretta circa 80 trasmissioni di trenta minuti e per "Almanacco" scrive i testi di circa 20 film realizzati dal regista Giorgio Ponti.

Ginestra insieme al marito Edoardo Amaldi è anche autrice di una serie di testi di fisica per le scuole superiori editi da Zanichelli, il primo dei quali è "Elementi di fisica ad uso degli istituti commerciali" dato alle stampe nel 1946.

Nel 1971 è colpita da un aneurisma celebrale che la fa cadere in coma per lungo tempo, al risveglio è parzialmente paralizzata e questo le impedisce di continuare a lavorare.

Ginestra Giovene Amaldi muore a Roma il 22 novembre 1994.