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Arturo Miolati

1869 - 1956

Nasce a Mantova il 2 marzo 1869 da una famiglia di orafi. Compiuti nella sua città natale gli studi primari e secondari, emigra a Zurigo per frequentarvi il Politecnico Federale. Nel 1889 consegue la laurea in ingegneria chimica e diviene assistente di Arthur Hantzsch (1857-1935). Nel 1891 ottiene il dottorato all'università di Zurigo e tra il 1892 e il 1893 è assistente di Lothar Meyer (1830-1895) all'Università di Tubinga. In questi anni si dedica, con Werner, alle ricerche sulla conduttività dei composti inorganici complessi, ricerche che danno la prima base alla teoria della coordinazione chimica di Werner. I contatti stabiliti in questi anni - oltre a Werner e Hanzsch - con Ettore Molinari, Victor Meyer, Georg Lunge e Frederic P. Treadwell - continueranno ad avere una grande influenza sul suo lavoro scientifico.
Nel 1893 M. torna in Italia, dove entra a far parte del gruppo di giovani chimici che lavorano presso l'Istituto di Chimica di Via Panisperna a Roma sotto la direzione di Stanislao Cannizzaro (1826-1910). Cannizzaro rinforza le conoscenze di M. nel campo della chimica-fisica, tanto da fare di lui uno dei pionieri, in Italia, di questa nuova branca della chimica.
Nel 1894 riceve la libera docenza universitaria presso l'Università di Roma e nel 1902 è chiamato presso il Reale Politecnico di Torino come professore straordinario sulla prima cattedra di elettrochimica istituita in Italia. Nel 1903 vince il concorso per il posto di professore di chimica industriale presso il Regio Museo dell'Industria di Torino e nel 1906 viene nominato professore ordinario sulla cattedra di elettrochimica del Politecnico.
Durante la Prima Guerra Mondiale collabora attivamente alla ricerca bellica. Nel 1915 viene contattato per studiare diversi problemi tecnici, tra i quali quello di sintetizzare l'ammoniaca dall'azoto e dall'idrogeno, metodo felicemente sviluppato da Luigi Casale, suo allievo a Torino. M. fa parte di numerose commissioni create dal Ministero delle Armi e Munizioni per far fronte all'urgenza di materiali: dagli esplosivi ai prodotti chimici ad uso dell'industria e dell'agricoltura.
Nel 1917 viene nominato alla cattedra di Chimica generale presso l'Università di Padova e alla direzione dello stesso Istituto. Dal 1927 al 1929 è preside della facoltà padovana di scienze matematiche, fisiche e naturali. Nel 1932 assume la cattedra di chimica-fisica istituita presso il medesimo ateneo per sua stessa iniziativa.
Nel 1936 si ritira dall'attività accademica per dedicarsi completamente allo studio e si trasferisce a Roma. Malgrado le ristrettezze economiche e l'isolamento che patisce a causa della Seconda Guerra Mondiale, continua il suo lavoro scientifico dedicandosi quasi esclusivamente alla chimica organica.
Al termine della Guerra contribuisce alla rinascita della scienza italiana prestando insegnamento straordinario all'Università di Roma. Negli ultimi anni si dedica, insieme all'allievo Giovanni Semerano, a ricerche sul parallelismo tra composti organici ed inorganici alla luce del concetto, da lui sviluppato, di molecola libera.
Muore a Roma il 23 febbraio 1956. Lascia manoscritto ed incompiuto un volume complessivo sulle sue teorie di chimica organica (Panorami chimici).

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