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Specola di Bologna

Bologna 1711

La specola fu fatta costruire dal Senato bolognese su pressione di Luigi Ferdinando Marsigli. L'edificio doveva ospitare l'Istituto di Scienze dell'Università e un osservatorio astronomico. Fu allora acquistato il Palazzo Poggi, e poi venne incaricato l'architetto Giuseppe Antonio Torri di costruire l'annessa torretta in cima alla quale collocare la Specola. La torre della Specola fu costruita fra il 1712 e il 1726.
Gli strumenti scientifici provenivano in parte dall'osservatorio privato di Marsigli, in parte furono donati da prelati di origine bolognese.
L'attività dell'osservatorio, diretto da Eustachio Manfredi, copriva tutte le esigenze pratiche in cui fossero necessarie conoscenze astronomiche e meccaniche, analogamente a quanto avveniva negli altri osservatori dell'epoca: si andava dalla redazione di calendari ed effemeridi a quella della cartografia, fino alle lezioni di balistica per i militari. Le Ephemerides Bononienses, in particolare, erano le migliori tavole di questo tipo prodotte in Europa in quegli anni.
Nel 1739 furono acquistati strumenti più moderni e precisi fabbricati in Inghilterra, nello stesso anno, dopo la morte di Manfredi era divenuto direttore dell'osservatorio Eustachio Zanotti.
Il successivo direttore, Petronio Matteucci, rimase in carica dal 1782 al 1801. Egli diede inizio alle rilevazione meteorologiche dell'osservatorio di Bologna, che continuano tuttora. Nel 1790 Giovanni Battista Guglielmini eseguì per la prima volta nel vano della scala a chiocciola della torre della Specola, alta 29 metri, l'esperimento che l'anno successivo ripeté dalla Torre degli Asinelli per dimostrare la rotazione terrestre.
Successivamente la Specola decadde e nel 1844 cessò anche la pubblicazione delle Ephemerides. Proseguiva solo l'attività meteorologica. All'inizio del Novecento ripresero anche le osservazioni astronomiche con la nomina a direttore di Michele Rajna. Tuttavia, le caratteristiche della torre della Specola erano ormai obsolete e non potevano ospitare gli strumenti moderni, così nel 1936 fu inaugurato il nuovo osservatorio di Loiano per iniziativa di Guido Horn-d'Arturo.

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