logo-scritta-A

Domenico Marotta

1886 - 1974

Nasce a Palermo il 28 luglio 1886 da un piccolo industriale tipografo. Fondamentale, nei primi anni della sua formazione, la figura del nonno materno, noto farmacista di simpatie garibaldine. Compiuti gli studi superiori presso il liceo Garibaldi, M. si iscrive alla facoltà di Chimica e Farmacia dell'Università di Palermo. Allievo di Giorgio Errera, che lo era stato di Emanuele Paternò, nel 1910 consegue la laurea discutendo una tesi sull'Azione dell'acido nitrico sullo ftalacene. Distintosi nella lotta all'epidemia di malaria scoppiata a Palermo nel 1910, viene destinato dal Direttore del Laboratorio Chimico Municipale della città, Teodoro Leoni, al controllo delle acque potabili cittadine. In quello stesso anno sposa Vittoria Melograni e si trasferisce a Roma.
Nel 1911 assume l'insegnamento della chimica generale nell'Istituto Tecnico Leonardo da Vinci di Roma e diventa assistente presso l'Istituto di Chimica Generale dell'Università diretto da Emanuele Paternò. Tra il 1912 e il 1915 svolge in questa sede ricerche sull'analisi termica dei sistemi formati dal solfato di litio e di piombo, di cobalto e di manganesio. Nel 1916 presenta questi lavori al concorso per la libera docenza, che ottiene divenendo assistente straordinario e poi ordinario (fino al 1923). Nel 1919 è il primo segretario generale dell'Associazione Italiana di Chimica Generale ed Applicata, carica che ricopre fino al 1960 per divenire Presidente di quella che è oramai la Società Chimica Italiana. Nel 1920 riunisce a Roma la Prima Conferenza di Chimica Pura e Applicata. È inoltre organizzatore dei Congressi Nazionali di Chimica (il primo nel 1923, nel 1964 a Torino con la Society of Chemical Industry). Sostituisce Cannizzaro alla direzione della Gazzetta chimica italiana cui aggiunge, nel 1914, gli Annali di Chimica Applicata. Nel 1918 ottiene inoltre la costituzione del Comitato Nazionale di Chimica.
Nel 1913, dopo un breve periodo trascorso nel Polverificio sul Liri e nei laboratori delle Dogane, entra in ruolo nel laboratorio chimico della Sanità Pubblica diretto da Paternò, sito in Piazza Vittorio Emanuele, ruolo che manterrà fino al 1936. Tra le ricerche intraprese in questi anni, quella sulla composizione delle acque minerali italiane e quella sulle farine e la panificazione. Grazie alle competenze acquisite in questo campo, nel 1920 viene nominato membro del Comitato tecnico che sovrintende allo stabilimento «Mulino e Forno sperimentale» del Commissariato generale per gli approvvigionamenti e consumi, nel 1924 nella commissione istituita per stabilire la caratteristiche dei tipi commerciali di farina per la panificazione, nel 1927 viene inviato a rappresentare l'Italia alla Conferenza Internazionale sulla produzione della farina e del pane e Praga. Nel 1933 viene nominato infine Capo con funzioni ispettive del Servizio speciale istituito in seguito all'applicazione della Legge 13 marzo 1932 che disciplina i vari tipi di farina e pane.
Nel 1934 viene chiamato, per concorso, sulla cattedra di chimica analitica e merceologica dell'Università di Firenze ma vi rinuncia essendo stato nominato nel frattempo capo del Laboratorio di Chimica e poi, nel 1935, Direttore dell'Istituto Superiore di Sanità appena istituito alle dipendenze del Ministero degli Interni. In questa veste incrementa la collaborazione tra l'Istituto e il Laboratorio del Radio che, trasferitosi nei locali dell'Istituto presso Viale della Regina Margherita, verrà presto dotato di un acceleratore elettrostatico. Grazie al contributo UNRRA si impegna inoltre con successo per l'impiego sistematico del DDT nelle zone malariche dell'Agro Pontino (1946) e si adopera per l'impianto presso l'Istituto di un Centro Internazionale di Chimica microbiologica affidato alla direzione del Nobel Ernst B. Chain.
È membro per molti anni del Consiglio Superiore dell'Agricoltura e di quello della Sanità, Presidente della Commissione per la redazione della Farmacopea ufficiale, membro della Commissione per i prodotti dietetici, dei Comitati del CNR per la chimica e la biologia e la medicina e del Bureau Internazionale di Chimica Pura e applicata; membro (dal 1927 al 1961) e poi presidente (dal 1948 al 1961) della Commissione consultiva per le specialità medicinali. Nel 1961 lascia per limiti di età la direzione dell'Istituto Superiore di Sanità.
Nel 1939 è eletto socio dell'Accademia dei XL, nel 1942 Accademico Segretario (fino al 1961) e poi Presidente (dal 1962 fino alla morte). Nel 1948 elabora e vara un nuovo Statuto dell'Accademia, che ripristina le regole per una gestione democratica dell'istituzione e introduce alcune novità. A lui si deve la ripresa piena, già dall'immediato secondo dopoguerra, delle attività e delle iniziative e la presenza dei Quaranta nel mondo scientifico italiano e internazionale. Nel 1948 è eletto socio corrispondente della classe di chimica dell'Accademia Nazionale dei Lincei e nel 1961 socio nazionale.
Nel 1964 è indagato e condannato per presunte irregolarità amministrative commesse nella gestione dell'Istituto Superiore di Sanità. La condanna sarà poi revocata in appello. Muore a Roma il 20 marzo 1974.

leggi tutto