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Credo di non essermi mai trovato in nessun'altra circostanza di fronte a un dilemma così difficile. Ma ben presto prevalse in me l'idea che restando in Italia avrei potuto contribuire alla conservazione di una forma di cultura, molto probabilmente assai più utile da un punto di vista generale di quello che avrebbe potuto essere il mio contributo scientifico al grandissimo fiume delle ricerche fisiche negli Stati Uniti. Così Edoardo Amaldi motiva la scelta fatta nel 1946 di rifiutare una cattedra all'Università di Chicago e di tornare in Italia per rifondare la ricerca in campo fisico in un Paese distrutto materialmente e moralmente dalla guerra. Di certo un'Italia molto diversa da quella che aveva visto nascere nell'Istituto di via Panisperna le ricerche sugli atomi del gruppo di Fermi, di cui Amaldi era parte, prima che le leggi razziali e la guerra ne sancissero la fine.

Ma da dove arriva questa presa di coscienza e quali sono le conseguenze che avrebbe avuto non solo sulla fisica italiana ma anche nella costruzione di organismi sovranazionali? Edoardo Amaldi nasce a Carpineto Piacentino il 5 settembre 1908, da Ugo, docente universitario di matematica, e Luisa Basini. Frequenta il liceo classico prima a Padova e poi a Roma dove si diploma nel 1925. Nello stesso anno si iscrive al corso di laurea in ingegneria per poi passare a fisica, disciplina in cui si laurea con lode nel 1929 con una tesi sull'effetto Roman nel benzolo. Dopo il servizio militare, nel 1931 vince una borsa di studio "Benito Mussolini" dell'Opera Alberoni di Piacenza e trascorre un periodo di studio a Lipsia. Alla fine del 1931 torna a Roma, dove diventa assistente di Orso Maria Corbino, direttore dell'Istituto di Fisica dell'Università di Roma. Nel 1933 sposa Ginestra Giovene, anche lei fisica e frequentatrice dell'Istituto di via Panisperna, i due avranno quattro figli, Ugo, Paola (morta per una febbre nel 1944), Francesco e Daniela. Nel 1934 trascorre un periodo di studio presso il Cavendish College per accrescere il suo bagaglio teorico e sperimentale e dare quindi un maggior contributo alle ricerche sugli atomi che il gruppo Fermi conduceva nell'Istituto di via Panisperna. Nel 1937 vince un concorso a cattedra all'Università di Cagliari, ma nello stesso anno è richiamato all'Università di Roma per sostituire Corbino, morto improvvisamente, sulla cattedra di fisica sperimentale, vi resterà per 40 anni. Sempre nel 1937 con Fermi e Rasetti costruisce il primo generatore di neutroni. I successi dei ‘ragazzi di via Panisperna' nella ricerca nucleare hanno risonanza internazionale, tanto che a Fermi viene assegnato il premio Nobel per la fisica, ma in quegli stessi anni il regime fascista prima vara le ‘leggi razziali' poi trascina l'Italia nel secondo conflitto mondiale e tutto questo porta alla dispersione in varie parti del mondo dei membri del gruppo Fermi. L'unico a rimanere in Italia, in quegli anni turbolenti e difficili, è Amaldi che si adopera per concentrare nell'Istituto romano un gruppo di ricercatori di buon livello. Essendo antifascista, nel periodo bellico si avvicina al Partito d'Azione e al termine della guerra sarà vicino alle posizioni del Partito Repubblicano di Ugo La Malfa. Nel 1940 è richiamato alle armi e inviato in Africa, ma poco dopo viene congedato e richiamato a Roma su richiesta del CNR. Il lavoro del gruppo di fisici riuniti intorno ad Amaldi si concentra, in quel periodo, sulla fissione nucleare, ma, nel 1941, per non rischiare il coinvolgimento in ricerche con fini bellici, tali ricerche vengono abbandonate in favore di quelle sui raggi cosmici. Nel 1945 il CNR per agevolare lo studio dei raggi cosmici costruì il laboratorio di Testa Grigia. Alla fine della guerra Amaldi si preoccupò di ricostruire i laboratori e i gruppi di ricerca sulla fisica, per ottenere l'appoggio governativo e i finanziamenti necessari nel 1946 mandò un circostanziato rapporto sullo stato della fisica italiana al chimico Luigi Morandi e all'amministratore delegato della FIAT, Vittorio Valletta. Nel dopoguerra Amaldi collabora attivamente alla costruzione di vari istituti e centri di ricerca che si occupano dell'uso pacifico del nucleare: contribuisce a creare il CERN (Centro Europeo di Ricerche Nucleari) di cui è segretario dal 1952-1954 e nel 1951 fonda con Gilberto Bernardini l'INFN (Istituto Nazionale di Fisica Nucleare) che presiede dal 1960 al 1965. Nel 1958 è promotore della realizzazione dell'elettrosincrotone di Frascati, realizzato sotto la direzione di Giorgio Salvini e con la collaborazione di Bruno Touschek. È, inoltre, tra i promotori dell'ESA (Agenzia Spaziale Europea) e nel 1957 aderisce al movimento Pugwash che ha come obiettivo il disarmo nucleare e fonda l'Unione scienziati per il disarmo. Amaldi è membro di molte accademie italiane e straniere, tra cui anche l'Accademia dei Lincei, di cui è presidente dal 1988. Come socio prima e presidente poi della più prestigiosa Accademia italiana Amaldi da il via alla costituzione di una commissione per i diritti civili e ad un gruppo di lavoro per la sicurezza internazionale e il controllo degli armamenti (SICA). Negli anni '50 del ‘900 studiando i raggi cosmici si avvicina molto alla scoperta dell'antiprotone e durante gli ultimi anni della sua carriera scientifica si dedica allo studio delle onde gravitazionali. Dopo aver tenuto la sua ultima lezione in Sapienza nel 1976, nel 1984 è nominato professore emerito e 1985 è nominato Commendatore dal Presidente della Repubblica Sandro Pertini. Muore a Roma il 5 dicembre 1989