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Larderello società anonima per lo sfruttamento delle forze endogene

Firenze 1818 - 1962

Le società che nel tempo si sono succedute nello sfruttamento delle risorse geotermiche dei terreni della zona della Val di Cecina sono chiamate "Larderello", dal nome del paese prossimo alla località di Montecerboli, così chiamato nel 1848 in omaggio del conte Francesco De Larderel, fondatore della società in accomandita "F. De Larderel e C." (1848). La Larderello era l'erede delle tre principali imprese che per prime sfruttarono sistematicamente le sostanze chimiche prodotte dai soffioni boraciferi della zona nella Maremma settentrionale. Il borace è usato come medicinale e come fondente nelle leghe metalliche, nell'industria chimica, per smalti da ceramica, vetri per l'ottica, la bigiotteria, nell'industria conciaria, nello smalto per le pentole di ferro. Francesco De Larderel (1789-1858), trasferitosi da Vienne in Francia a Livorno, diede vita insieme ad altri soci all'attività di sfruttamento dei soffioni e, ottenuta la prima concessione per lo sfruttamento del lagone di Montecerboli per l'estrazione dell'acido borico, il 1° giugno 1818 diede vita alla "Vedova Chemin, Prat, Lamotte e Larderel". In un decennio De Larderel aprì altre cinque aree corrispondenti ad altrettante fabbriche. L'8 gennaio 1835 Francesco De Larderel divenne l'unico proprietario dell'azienda, e aprì la "Società d'Hesecque e C." in accomandita (1838), espediente che consentì alla sua azienda di avvalersi del contributo finanziario del potente gruppo francese e che un anno più tardi (7 settembre 1839) spostò la sua sede da Parigi a Firenze. Nel 1847 De Larderel tornò ad essere l'unico proprietario dell'impresa, stabilì accordi commerciali con la londinese "Tom Lloyd e C." (1847), accordo che, per la scarsa redditività del costo di esportazione, costrinse alla chiusura dello stabilimento di trasformazione dell'acido di Livorno. Nel testamento stabilì che l'azienda fosse scorporata dal resto del patrimonio familiare e, dopo l'istituzione di un fedecommesso, il primogenito Federigo divenne il direttore generale. A Federigo successe Florestano, laureato in scienze naturali, il quale nel 1884 avviò la raffinazione dell'acido borico e, qualche anno più tardi, la commercializzazione dell'acido borico raffinato e del solfato di ammonio per uso agricolo. Negli anni Novanta dell'Ottocento iniziarono gli esperimenti per la produzione dell'energia elettrica e quando Florestano De Larderel introdusse nell'azienda, con la nomina di direttore generale (1904), il genero Piero Ginori Conti, si affinarono i progetti per lo sfruttamento dell'energia termica dei soffioni quale forza motrice. Quando subentrò completamente al suocero, Ginori Conti intesse una complessa trama di operazioni finanziarie che portarono alla costituzione di una nuova società.
La "Società Boracifera di Larderello" nasce il 25 gennaio 1912. Nel 1916 la società incorpora la "Ditta Travalese" di Coppi e Toscanelli, proprietaria delle manifestazioni di Travale, nel 1921 prende tutto il pacchetto azionario della "Società soffioni di Castelnuovo Val di Cecina" e la zona di Cerboli, acquisendo così il controllo di tutta l'area produttiva interessata dal fenomeno dei soffioni boraciferi. La Boracifera iniziò la sua vita avendo in atto la sola produzione dell'acido borico e del solfato ammonico ottenuti mediante la concentrazione delle acque dei lagoni, ma con l'obiettivo di utilizzare le forze endogene per produzione di energia elettrica. Le attività patrimoniali e immobiliari della Boracifera, alle soglie della sua trasformazione nella Larderello erano divise in due settori: il ramo patrimoniale, costituito da proprietà agricole, altri beni patrimoniali, la proprietà dei sottosuoli e vari di diritti di passo e acqua; il ramo industriale comprendeva gli otto stabilimenti delle precedenti società, in più campi di ricerca di Carboli, Prata e Acquaviva, tutti gli impianti atti alla produzione di energia elettrica, alla produzione e raffinazione di prodotti chimici ottenuti nel vapore, laboratori di ricerche e studi, officine sussidiarie, villaggi operai. La società era proprietaria del settore distributivo, sia dei prodotti chimici, sia dell'energia elettrica.
Con deliberazioni del 25 e del 26 ottobre 1939, la "Società Boracifera di Larderello" e la "Società anonima Larderello" si fondono. Con R.D. 20 febbraio 1939 n. 318, erano state riservate all'amministrazione delle Ferrovie dello Stato la ricerca e la coltivazione dei giacimenti minerari di vapori e gas esistenti nel territorio delle province di Grosseto, Livorno, Pisa e Siena; le Ferrovie inoltre erano autorizzate alla costituzione di una società anonima per l'esercizio delle ricerche e della coltivazione dei giacimenti minerari e ad assumere partecipazione nel costituendo ente. La società si costituì con denominazione "Larderello" Società anonima per lo sfruttamento delle forze endogene con sede a Roma, piazza della Croce rossa, presso la direzione generale delle Ferrovie dello Stato. Il giorno 9 dicembre 1939 divenne esecutoria la fusione per incorporazione.

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