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Archivio storico del Parco Nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise

1922 - 1975

Archival history

L'Archivio storico del Parco Nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise ripercorre i quattro momenti che hanno caratterizzato la storia del Parco dal 1922 al 1961. Il progetto di recupero e inventariazione del materiale storico è stato curato dalla Soprintendenza Archivistica in collaborazione con il Parco nel 2013 e consiste in 8.757 unità archivistiche, suddivise in 15 categorie per 280 faldoni e 200.000 singoli documenti conservati nella nuova sala allestita presso il Centro Servizi per l'Educazione Ambientale e il Volontariato del Parco a Villetta Barrea (Aq) in via Roma. Le carte partono dal decennio iniziale dell'istituzione del Parco che va dal 1922 al 1933. La documentazione dal 1933 al 1951 riguarda il periodo della soppressione della Commissione Amministratrice del Parco voluta dal Governo fascista; mentre il decennio successivo - dal 1951 al 1961 - attraversa la fase della ricostituzione dell'Ente Parco fino commissariamento, periodo quest'ultimo che coincide con l'esplosione della speculazione edilizia e le tensioni con le amministrazioni comunali locali. La fauna e la flora ricoprono un ruolo importante in questa documentazione, come pure la realizzazione di infrastrutture e i rapporti con le istituzioni nazionali. Dagli anni '60 in poi, è stato oggetto di riordino da parte degli operatori del Parco in collaborazione con i volontari del Servizio Civile. La documentazione segue due tracce suddivise in due epoche: la prima abbraccia tutto il periodo di rilancio e consolidamento delle attività e dell'immagine del Parco che inizia dal 1969 con l'ideazione del secondo logo istituzionale, l'ampliamento e le battaglie contro la speculazione edilizia, come anche le attività di comunicazione e sensibilizzazione ambientale; la seconda parte arriva fino ai primi anni del 2000. Nelle fasi successive agli anni '60, l'orso bruno marsicano ricopre un ruolo preminente nell'attività di tutela e monitoraggio della fauna con l'intensificarsi del fenomeno degli "orsi confidenti". Con Delibera n. 33 del 23 dicembre 2021, il Parco si è dotato di un Regolamento per la consultazione dell'archivio storico che prevede la compilazione di un modulo per l'accesso che si può richiedere contattando la biblioteca del Parco

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Field and content

15 categorie suddivise in 90 classi, per un totale di 280 buste, 8.757 fascicoli (unità archivistiche) e circa 200.000 singole carte: I Amministrazione, 1922-1969. 1.171 unità archivistiche. II Territorio, 1932 - 1969. 1.256 unità archivistiche III Urbanistica, 1920 - 1969. 211 unità archivistiche IV Controllo del Territorio, 1920-1969. 1.941 unità archivistiche V Personale, 1927-1968. 156 unità archivistiche VI Patrimonio immobiliare, 1923-1964. 262 unità archivistiche VII Strutture ricettive, 1922-1973. 485 unità archivistiche VIII Finanze, 1922-1968. 1.189 unità archivistiche IX Fauna, 1923-1967. 629 unità archivistiche X Flora, 1923-1963. 118 unità archivistiche XI Giardino zoologico, 1923-1963. 118 unità archivistiche XII Attività scientifica, 1923-1966. 149 unità archivistiche XIII Propaganda, 1923-1968. 466 unità archivistiche XIV Rapporti con il territorio, 1921-1975. 470 unità archivistiche XV Fondo "Registro Ferretti", 1921-1957. 474 unità archivistiche Il contenuto dell'archivio storico del Pnalm, documentato dal materiale riordinato, può dividersi sostanzialmente in quattro grandi sezioni: 1) Decennio iniziale, 1922/33, sotto la presidenza dell'ing.Erminio Sipari, caratterizzato da una intensa attività volta al consolidamento del Parco, nato come Ente autonomo (in seguito EAPNA) sia nell'aspetto giuridico istituzionale-economico, sia in quello propagandistico (fotografie, film, documentari, gite organizzate, attività sportive, campeggi - in particolare quelli del CAI di Roma - rapporti nazionali e internazionali), progettuale (rifugi, alberghi, tentativo di realizzare una ferrovia e un piccolo aeroporto) e naturalistico-scientifico. Il trait d'union che ha caratterizzato la seconda parte di questo decennio, che probabilmente fu la causa dell'epurazione di Erminio Sipari, è rappresentato dalla forte opposizione che l'ingegnere, a nome del Parco, condusse contro la realizzazione dei laghi artificiali di Opi e Barrea. 2) Soppressione dell'EAPNA, 1933/51, avvenuta sotto il Governo fascista, unitamente al Parco Nazionale del Gran Paradiso, che ha viso la gestione passare sotto il diretto controllo del Ministero dell'Agricoltura e delle Foreste attraverso l'Azienda di Stato per le Foreste Demaniali e il suo braccio operativo rappresentato dalla Milizia Nazionale Forestale. Questo ventennio ha visto un totale azzeramento delle finalità naturalistiche e scientifiche del Parco, ma -di contro - un massiccio sfruttamento dei boschi, tagliati da ditte esterne unitamente ad alcune locali (operanti spesso per società nazionali), sia per l'uso civico delle popolazioni locali, sia e soprattutto per scopi industriali e "bellici". 3) Ricostituzione dell'EAPNA, 1951, con iniziative volte a ricreare l'immagine del Parco come Ente naturalistico, incentivazione del turismo attraverso il favorire la costruzione di alberghi e ristoranti nonché il potenziamento dei rifugi. Tale attività è stata però contrastata dalla classe politica locale che aveva iniziato a rinvendicare maggiore autonomia decisionale, in special modo per operazioni edilizie, creando tensioni anche all'interno della stessa dirigenza dell'EAPNA. 4) Con il commissariamento del 1961, esploderà la speculazione edilizia nel territorio del Parco e l'acutizzarsi delle tensioni tra gli amministratori dell'Ente e quelli dei Comuni ricadenti nel suo territorio. Non mancano documenti precedenti all'istituzione del Parco.

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