Comune di Cagliari
Description
La città di Cagliari fu abitata fin da epoca nuragica. Nel V secolo a.C. sotto i Cartaginesi conobbe un rapido sviluppo testimoniato dalle necropoli di Tuvixeddu e di Bonaria. Divenuta il centro principale dell'isola, passò ai Romani con la Sardegna e la Corsica nel 238 a.C. Fu poi occupata dai Vandali nella metà del V secolo e, sotto l'imperatore Giustiniano, entrò a far parte del sistema amministrativo bizantino divenendo sede del preside, funzionario imperiale capo di tutta la Sardegna sottoposto all'esarcato d'Africa. Nel Medioevo la città, ridotta al borgo di Santa Igia, fu a capo del Giudicato di Calari. Contrastava le incursioni saracene dal sec. XI con l'appoggio delle repubbliche marinare di Pisa e Genova che, progressivamente, esercitarono la loro ingerenza sull'intera isola. La città rientrò così entro l'orbita di Pisa che finì con l'impadronirsi del titolo giudicale con il giudice Guglielmo di Lacon-Massa (1187). Nel 1215, di fronte ad una possibile alleanza tra la giudicessa Benedetta e Genova, i pisani Ubaldo e Lamberto Visconti ottennero con la minaccia delle armi la cessione del colle e imposero la costruzione della città fortificata interamente pisana: Castel di Castro, destinata a divenire la nuova capitale quando nel 1258 i pisani rasero al suolo Santa Igia e misero fine al Regno giudicale di Calari. Il Comune di Pisa mantenne il controllo della città fortificata di Castel di Castro e intorno a questo si formarono i sobborghi di Bagnaria (l'odierna Marina), zona portuale regolata dal "Breve portus kallaretani"; quello fortificato di Stampace e infine Villanova. Nelle appendici trovarono asilo i sardi, esclusi dal Castello dove vigeva l'ordinamento comunale regolato dal "Breve Castelli Castri de Kallari". Castel di Castro di Calari alla fine del sec. XIII divenne capoluogo di tutti i possedimenti coloniali sardi di Pisa, che andavano da sud a nord dell'isola lasciando al Giudicato di Arborea la valle del Tirso e parte del Logudoro con Bosa e Bonorva. I titoli politici di Castel di Castro erano affidati a due castellani nominati annualmente da Pisa che governavano insieme al Consiglio degli Anziani. Furono i catalano - aragonesi, nella guerra di conquista del Regno di Sardegna e Corsica (istituito da Bonifacio VIII nel 1297 per risolvere la guerra del Vespro, e infeudato a Giacomo II, re della Corona d'Aragona), a edificare una nuova roccaforte su un altro colle cagliaritano: quello di Bonaria. Gli iberici, vittoriosi (1324), lasciarono Castel di Castro infeudato a Pisa per due anni, ma in seguito si impadronirono dell'intero complesso urbano. Così Castel di Castro assunse la nuova denominazione di Castel de Caller (poi solo Caller), e divenne città reale non sottomessa ad alcun feudatario, per cui pagava le tasse direttamente al sovrano; fu sede del viceré, e ripopolata con elementi catalano-aragonesi. Castello continuò ad essere interdetto ai sardi; fu fortificata anche Bagnaria, dagli Aragonesi chiamata Llapola. Ai nuovi cittadini il re Giacomo II con Carta Reale del 25 agosto 1327, detta Coeterum, concesse grazie, esenzioni ed immunità, fra le quali quella per cui gli abitanti di Castello, dei sobborghi e dei paesi circostanti godevano delle stesse libertà, franchigie, privilegi e consuetudini dei cittadini di Barcellona. Fra le più importanti disposizioni è da ricordare l'istituzione di un corpo di consiglieri per il governo della città con regole contenute nel "Libro Verde". L'amministrazione giudiziaria, che si estendeva anche alle appendici, era tenuta da un veghiere (veguer) di nomina regia, giudice di prima istanza per le cause civili e penali riguardanti i funzionari regi, i nobili e i cavalieri e la borghesia. Il giudice di prima istanza per il popolo minuto, costituito da commercianti, agricoltori e artigiani, era, invece, il baiulo, sempre di nomina regia. Altro ufficiale cittadino di nomina regia era il castellano (alcaid) con poteri economici e militari. Del Consiglio civico potevano far parte solo persone di nazionalità catalana, aragonese, valenzana e maiorchina per nascita e discendenza. I sardi indigeni e gli stranieri erano guardati con diffidenza. Dopo gli spagnoli e la breve parentesi austriaca (1712-18), Cagliari passò con il Regno di Sardegna (Trattato di Londra, 1718) ai duchi di Savoia, principi di Piemonte, e dal 1799 fino al 1815 la città ospitò la corte sabauda in fuga dalle truppe napoleoniche che dilagavano nel nord della penisola. La Legge Rattazzi del 23 ottobre 1859 diede un nuovo assetto territoriale al Regno e nel 1865 i comuni assunsero la struttura politico amministrativa propria del comune moderno. Nel 1928 i Comuni di Pirri, Monserrato e Selargius (r. d. n.1059) e nel 1937 il Comune di Elmas (r. d. 1705) divennero frazioni di Cagliari. In seguito, Selargius (d. l. 113/1947), Elmas (l. r. 46/1989) e Monserrato (l. r. 10/1994) riacquistarono l'autonomia ad eccezione di Pirri, frazione del Comune di Cagliari ancora oggi. Nel corso della seconda guerra mondiale, Cagliari fu bombardata il 17, il 26 ed il 28 febbraio 1943; gran parte della città venne rasa al suolo. Per questo il 19 maggio 1950 fu dichiarata Città Martire e insignita dal Presidente della Repubblica, Luigi Einaudi, della medaglia d'oro al valor militare con la seguente motivazione: «Capoluogo dell'isola nobile e generosa, scolta invitta d'Italia al centro del Mediterraneo, sopportò per anni, con l'indomita fierezza della sua gente, lunghe, terrificanti ed assillanti distruzioni di guerra recate dall'intensa offesa aerea. Fiera del suo destino, accolse con fierezza ogni prova dolorosa. Dilaniata, stroncata e ferita a morte non smentì mai le sue alte civiche virtù e la fama gloriosa acquistata nei secoli dal suo popolo eroico, sublime in ogni sacrificio per l'onore della Patria.». Dal 1948 Cagliari è capoluogo isolano in base all'art. 2 dello Statuto della Regione autonoma della Sardegna