Quintino Sella
1827 - 1884
Nasce alla Sella di Mosso nel 1827.
Indirizzato dal padre agli studi di ingegneria idraulica, si laurea appena ventenne presso l'Università di Torino.
Al fine di approfondire i suoi studi in campo minerario, su richiesta del governo sardo viene inviato a frequentare il corso triennale di specializzazione presso la prestigiosa Ėcole des Mines di Parigi che conclude nel dicembre del 1851 e, in contemporanea, compie vari viaggi di studio in Francia, Germania e Inghilterra. Al suo rientro a Torino nel dicembre del 1852 è nominato professore di geometria applicata e mineralogia presso il Regio Istituto Tecnico e l'anno successivo è nominato reggente temporaneo del distretto minerario della Savoia. A ottobre del 1853 viene nominato professore sostituto di matematica presso l'Università di Torino.
Su invito di Cavour, nel 1860 si presenta alle elezioni politiche nel collegio elettorale di Cossato che lo elegge deputato alla Camera per il partito della Destra Storica. L'anno successivo è segretario generale del Ministero della Istruzione Pubblica e nel 1862 assume il Ministero delle Finanze nel Gabinetto Rattazzi. Da questo momento in avanti, in una fase assai critica gravata dai costi dell'unificazione che rischiano di mandare il nuovo Stato Italiano in default, si dedica al pareggio del bilancio statale, attuando quella necessaria politica di economie e di inasprimenti fiscali sui redditi e sui consumi. Egli ricorre talvolta a provvedimenti impopolari come ad esempio l'imposta sul macinato che, presentata il 13 dicembre 1865, provoca la caduta del Ministero Lamarmora.
Ulteriori sue iniziative sono indirizzate alla crescita dell'istruzione tecnica e professionale e alla costituzione delle casse di risparmio postali. Come componente della Commissione parlamentare d'inchiesta sulle condizioni della Sardegna darà alle stampe la relazione sulle condizioni minerarie dell'isola. Dal dicembre 1869 al luglio 1873 è ministro delle Finanze nel gabinetto Lanza-Sella e nel 1870 si oppone tenacemente alla volontà del re Vittorio Emanuele II, prima da solo e poi con altri ministri, all'intervento dell'Italia a fianco della Francia contro la Germania. Dopo la sconfitta di Napoleone III, è tra i più accesi sostenitori della presa di Roma e tra i sostenitori della legge delle Guarentigie. In questi anni, a seguito della sua nomina a presidente dell'Accademia dei Lincei nel 1874, si dedica alla rifondazione della stessa, chiamandone a far parte i più conosciuti scienziati del periodo.
Appassionato anche di alpinismo compie varie ascensioni nel corso della sua vita e trasmette la sua passione ai figli e ai nipoti; nel 1863 fonda a Torino il Club Alpino Italiano al fine di rilanciare e ampliare la conoscenza culturale alpina italiana.
Il 29 settembre 1881 fonda con Giovanni Capellini la Società Geologica Italiana.
Muore in Biella nella sua abitazione, posta nel Lanificio Maurizio Sella, il 14 marzo 1884 e il suo corpo viene sepolto al cimitero monumentale di Oropa.