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Michele De Benedictis

1927 - 2016

Michele De Benedictis nasce in Eritrea, ad Asmara, il 19 dicembre 1927. Il padre Antonio, di origine pugliese, figlio di agricoltori e laureato in agraria, all’indomani della prima guerra mondiale viene inviato in Africa come responsabile dei servizi agrari delle colonie. Nel 1932 la famiglia rientra in Italia, ma da lì riparte presto per conto dell’Istituto agronomico d’oltremare, prima per la Libia, poi per l’Etiopia dove nel 1941 finiscono in un campo di concentramento. Finalmente, insieme con la madre e la sorella vengono imbarcati per rientrare in patria.

Frequenta il liceo classico a Torino, poi, finita la guerra, anche il padre può rientrare dall’Africa ed assume il ruolo di capo ispettore agrario a Salerno dove si trasferisce con la famiglia. Così, De Benedictis frequenta la facoltà di Agraria di Portici dove si laurea nel dicembre 1950 con una tesi in microbiologia sui danni causati dai batteri anaerobi nelle conserve di pomodoro, che gli vale 110 e lode. L'anno successivo inizia a lavorare per l'Osservatorio dell'Istituto nazionale di economia agraria (Inea) e nel 1957 è il primo italiano a conseguire il Ph.D. in Economia Agraria presso la Iowa State University negli Stati Uniti. Nell'autunno 1959 si consolida la collaborazione scientifica con Manlio Rossi-Doria, che lo chiama a far parte del corpo docente del neo nato Centro di Specializzazione e Ricerche Economico-Agrarie per il Mezzogiorno (anche noto come Centro di Portici). Nel 1960 diviene assistente ordinario alla Cattedra di Economia e Politica Agraria e, nel 1963, consegue la libera docenza.

Durante questo decennio, insieme a Quirino Paris, contribuisce a innovare radicalmente i metodi di analisi dell'economia agraria italiana, introducendo strumenti analitici avanzati già in uso in altri paesi ai quali l'accademia oppone un'esplicita resistenza. Nel 1965 il Department of Agricultural Economics Università della California, Berkeley, dove ha trascorso un anno come visiting professor alla Giannini Foundation, gli offre una tenure track di Assistant Professor a cui rinuncia per rientrare in Italia.

Negli anni successivi De Benedictis si concentra sull'economia della produzione e sul ruolo del progresso tecnico nello sviluppo dell'agricoltura. individuando una stretta relazione fra il dualismo strutturale che caratterizzava in quegli anni l'agricoltura italiana e quello che De Benedictis definisce come "dualismo tecnologico". Nel 1968 viene chiamato a ricoprire la seconda cattedra di Economia e Politica Agraria dell'Università di Napoli e nel 1971 consegue l'ordinariato. Tra il 1974 e il 1976 siede per la prima volta al Consiglio di amministrazione dell'Istituto Nazionale di Economia Agraria (Inea, oggi CREA-PB), dove tornerà, poi, negli anni Ottanta. Nel 1975, assume con Enzo Di Cocco e Corrado Barberis la direzione della Rivista di Economia Agraria, che terrà fino al 1981.

Nel 1975, con il pensionamento di Rossi-Doria, De Benedictis è chiamato a ricoprire la prima Cattedra di Economia e Politica Agraria presso l'Università di Napoli e assume la direzione dell'Istituto di Economia e Politica Agraria e del Centro di Portici. Nel corso della seconda metà del decennio, prende corpo il volume Economia dell'Azienda Agraria, in collaborazione con Vincenzo Cosentino. Il manuale nel 1980 riceve il Premio Saint Vincent per il suo alto valore didattico. Nel 1978 Rossi-Doria si ritira anche dal Centro di Portici e De Benedictis decide di trasferirsi all'Università La Sapienza di Roma. Viene nominato a esperto di settore del Consiglio nazionale dell'economia e del lavoro (Cnel), nel 1976 ed in questo stesso periodo De Benedictis partecipa come responsabile del team italiano a un'importante ricerca europea sugli effetti regionali della politica agricola comunitaria (lo studio RICAP), lavorando a stretto contatto con molti colleghi europei impegnati sul tema. A questi impegni seguiranno numerosi lavori in tema di commercio internazionale e di politica agricola dell'Unione europea, molti dei quali realizzati insieme al suo allievo Fabrizio De Filippis. In questa fase è cruciale la nascita, nel 1981, della rivista La Questione Agraria, diretta da Guido Fabiani, alla quale De Benedictis assicura il suo contributo, fino ad assumerne la direzione nel 2000.

Nel 1988 De Benedictis succede a Rossi-Doria nel consiglio direttivo dell'Associazione nazionale per gli interessi del Mezzogiorno d'Italia (Animi) e, dopo due anni, ne diviene vicepresidente. Da allora il tema del Mezzogiorno e del meridionalismo sarà una costante nell'agenda di ricerca dello studioso. I soggiorni americani di questi anni (1986-87 e 1995) accendono il suo interesse verso la questione ambientale e la sua importanza come tema di politica economico-agraria. Il suo contributo si inquadra nel dibattito in corso in quel periodo sui rapporti tra economia dell'ambiente (disciplina che resta nell'alveo neoclassico) ed economia ecologica (con una strumentazione concettuale necessariamente transdisciplinare), e dà ampio spazio alle interdipendenze tra agricoltura e ambiente. Al contempo, egli continua il filone di ricerche che esplora il fenomeno delle imprese familiari e del part-time in agricoltura. In questo decennio si riallacciano anche i rapporti con la FAO, con la quale De Benedictis è lungamente impegnato in Siria su un progetto di Institution building per il Ministero dell'agricoltura a supporto di una strategia di graduale apertura dell'agricoltura della Siria al commercio estero.

Nel 1997 De Benedictis tiene la sua ultima lezione presso il dipartimento di Economia Pubblica di Sapienza. Da questo momento, dirigendo l'Associazione per Studi e Ricerche Manlio Rossi-Doria, fondata nel 1996 con un gruppo di amici e allievi di Rossi-Doria, si dedica con rinnovata passione ai temi del Mezzogiorno e del territorio. Nel 1994 è nominato socio onorario a vita della Società internazionale di economia agraria (IAAE) e nel 1999 diviene socio nazionale dell'Accademia dei Lincei. In questi anni diviene anche Professore emerito alla Sapienza di Roma e nel 2008 gli viene tributato il ruolo di Fellow dell'Associazione europea degli economisti agrari (EAAE). Infine, nel 2013 l'Associazione Italiana di Economia Agraria e Applicata (AIEAA) lo nomina suo primo socio onorario.

Muore a Roma, il 10 gennaio 2016.

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