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Cosimo Canovetti

1857 - 1932

Cosimo Canovetti si laureò in Ingegneria civile a Parigi, dove rimase per collaborare con il barone Haussmann alla realizzazione del grande piano urbanistico della città voluto da Napoleone III. Rientrato in Italia, nel 1888 fu nominato ingegnere capo del Comune di Brescia, incarico che mantenne fino al 1905. Progettò l'ampliamento della città (1897) e organizzò l'acquedotto e la fognatura; di questo periodo rimangono numerosi studi tecnici. Dopo un tentativo di collaborazione con il Comune di Treviso, abortito nel 1907, Canovetti abbandonò l'ingegneria civile per dedicarsi alla sua vera passione: gli studi di aerodinamica. Agli inizi del Novecento progettò un propulsore per dirigibili in grado di unire leggerezza, semplicità di funzionamento e assenza di vibrazioni: si tratta del primo motore a turboelica d'Italia e forse del mondo. Il congegno gli valse, nel 1909, la medaglia d'argento alla prima Esposizione Italiana d'Aviazione di Milano e, dopo il brevetto nel 1910, il premio Wilde in Francia nel 1912. In una relazione esposta al Collegio degli Ingegneri di Milano nel 1911, convinto dello scarso rendimento dei sistemi di propulsione a elica, Canovetti formulò una delle prime teorie matematiche sul computo della forza trattiva di un'elica. I perfezionamenti del suo motore per dirigibili incontrarono tiepide reazioni da parte degli stati maggiori dell'esercito francese e italiano, che sottovalutarono le potenzialità dell'invenzione; tuttavia fu insignito della Legion d'Onore francese per la sua attività.

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