Maurizio Sacchi
1864 - 1897
Dopo la laurea in Fisica presso la Facoltà di Scienze Fisiche e Naturali dell'Università di Pavia, Maurizio Sacchi divenne assistente di Antonio Roiti alla cattedra di Fisica dell'Istituto di Studi Superiori di Firenze. Nel 1891 vinse il concorso come assistente presso l'Ufficio Centrale di Meteorologia e Geodinamica a Roma. Appassionato di viaggi e fortemente interessato alle esplorazioni nell'Africa orientale, nel 1892 s'iscrisse alla Società Geografica Italiana. Nel 1893 pubblicò uno studio meteorologico che ebbe una discreta risonanza negli ambienti scientifici (Una legge sulla distribuzione della grandine). Nel 1894, dopo la prima spedizione di Vittorio Bottego nel Corno d'Africa (1892-1893), Sacchi pubblicò nel "Bollettino" della Società lo studio I fiumi Omo e Baro secondo una carta abissina, che ipotizzava lo sbocco del fiume Omo nel Lago Rodolfo (attuale Turkana) e non nell'Oceano Indiano o nel Nilo, come altri ritenevano. Fu anche grazie a questo articolo che Sacchi venne chiamato a partecipare alla seconda missione di Bottego nel bacino dell'Omo con l'incarico di dirigere le osservazioni geografiche e naturalistiche (in particolare meteorologiche). La spedizione ebbe inizio nell'estate del 1895 e a settembre dell'anno successivo raggiunse la foce dell'Omo nel Lago Rodolfo. Avendo portato a termine il principale obiettivo scientifico, in ottobre il gruppo si divise e Sacchi prese la via del ritorno con alcuni compagni, portando con sé i reperti zoologici e mineralogici raccolti. Nel febbraio del 1897 l'esploratore italiano fu ucciso in uno scontro con la popolazione locale nei pressi del Lago Margherita (così chiamato in onore della regina d'Italia). Il suo diario di viaggio e i materiali raccolti vennero riconsegnati alcuni mesi dopo dall'imperatore d'Etiopia Menelik II alla Società Geografica Italiana e furono oggetto di studio negli anni successivi.