Nicola Parravano
1883 - 1938
Nicola Parravano nasce a Fontana Liri (Frosinone) il 21 luglio 1883 da Giuseppe ed Alessandra Nardone.
Consegue la licenza liceale classica presso il Collegio militare di Napoli; lì più tardi avvia la carriera universitaria per poi trasferirsi a Roma dove stavano fiorendo nuovi indirizzi di studio nell'ambito della chimica inorganica e della chimica fisica, più congeniali alle tendenze del Parravano.
Nel luglio del 1904 si laurea in chimica e nel 1905 entra a far parte dell'Istituto chimico della R. Università di Roma in qualità di assistente di Stanislao Cannizzaro, incarico che ricoprirà fino al 1909. Nel semestre estivo del medesimo anno frequenta a Berlino il laboratorio di chimica - fisica del prof. Walther Nernst, scienziato di fama mondiale; rientrato in Italia assume la vicedirezione del Laboratorio chimico per le sostanze esplosive fino al 1911.
Nominato professore di Chimica applicata presso l'Università di Padova nel 1913, viene poco dopo chiamato a Firenze per ricoprire la prima cattedra di chimica - fisica istituita in Italia; insegnerà presso l'Università di Firenze fino al 1919.
Nell'ottobre dello stesso anno rientra a Roma per occupare la cattedra di chimica generale; nel 1923 diviene direttore dell'Istituto chimico che fu di S. Canizzaro e di E. Paternò, dal 1925 al 1927 è direttore della Scuola di farmacia e dal 1927 preside della Facoltà di scienze.
Il massimo della produzione scientifica inerente alla costituzione dei cementi, all'analisi delle curve di solidificazione per i sistemi a più componenti ed alla lavorazione a caldo dei metalli, si registra nel periodo di professorato padovano, ma la ricerca scientifica del Parravano si è rivolta agli argomenti più diversi, producendo oltre centocinquanta pubblicazioni. Oggetto dei suoi studi sono i procedimenti metallurgici e le proprietà meccaniche delle leghe, leggere ed ultraleggere, la tensione di decomposizione e gli equilibri di riduzione dei solfuri metallici, gli ossidi metallici, l'industria della leucite; durante la guerra si dedica principalmente agli esplosivi nella veste di Presidente della Sezione chimica del Comitato di mobilitazione civile e di membro della Commissione suprema di collaudo e di controllo degli esplosivi. In seguito studierà la teoria atomica, lo sviluppo della metallurgia nel XIX secolo, l'alcool carburante e l'industria dei derivati agrumari, anticipando quelli che sarebbero poi stati gli indirizzi autarchici.
Tra i primi ad intuire l'importanza della sinergia tra scienza ed industria, progetta, fonda e presiede a Milano l'Istituto scientifico - tecnico Ernesto Breda per la formazione dei giovani e per la specializzazione dei laureati in chimica ed ingegneria; l'Istituto, che lo stesso Breda fa sorgere accanto alle sue officine metallurgiche di Sesto S. Giovanni, diviene uno dei centri di studio più ammirati.
Presiede od è membro di numerosissime commissioni e consigli ministeriali: è Presidente della Commissione per la Farmacopea, della Commissione superiore consultiva per le sostanze esplosive ed infiammabili e della Commissione per l'esame delle condizioni dell'industria siderurgica dal 1932, membro della Commissione per le industrie chimiche, del Consiglio superiore dell'istruzione dal 1926, del Consiglio superiore della sanità dal 1927, del Consiglio permanente dell'industria e del Consiglio superiore per l'istruzione industriale.
Nella prima metà degli anni Venti, ricopre molti altri prestigiosi incarichi; tra i tanti sono indubbiamente da menzionare la direzione della Sezione chimica della Enciclopedia italiana e la vice presidenza del Direttorio nonché la presidenza del Comitato per la chimica del Consiglio nazionale delle ricerche, di cui è uno degli organizzatori. Sarà anche consulente e collaboratore dell'Istituto per la ricostruzione industriale, ente istituito dal Fascismo nel 1933 per neutralizzare le ripercussioni della crisi mondiale sorta dopo la prima guerra mondiale, e presidente della Federazione fascista fra gli industriali dei prodotti chimici.
Presidente, negli anni Trenta, della Union internationale de chimie, di cui ha seguito i lavori con vivo interesse fin dalla sua fondazione.
E' inoltre da annoverare tra i fondatori degli Annali di chimica applicata (1914) ed è collaboratore dei principali periodici scientifici e tecnici del tempo, nonché redattore della Gazzetta chimica italiana.
Scelto direttamente dal Duce per la inclusione nel primo elenco degli accademici d'Italia, è socio della Pontificia Academia Scientiarum, uno dell'Accademia dei XL e nell'agosto del 1925 viene nominato socio nazionale della Reale Accademia dei Lincei; socio onorario della Sociedad española de fisica y quimica, della Société chimique de France e della Société de chimie industrielle, delle società chimiche austriaca e romena, dell'Associazione svizzera di chimica, della Reale società boema delle scienze e dell'Accademia delle scienze tecniche di Varsavia.
Numerosissimi gli altri enti, nazionali ed internazionali, di cui il Parravano è socio: Accademia delle scienze di Torino, Bologna, Napoli e R. Istituto lombardo di scienze e lettere, Società chimica rumena, Associazione chimica svizzera.
Vice presidente della Società italiana per il progresso delle Scienze, socio corrispondente del Collegio medico di Madrid e dottore honoris causa dell'Università di Madrid.
Vincitore del Premio Reale dei Lincei nel 1917, decorato delle medaglie Leblanc (1925) e Lavoisier della Società chimica di Francia e della medaglia dell'Università di Lille; insignito delle onorificenze di Commendatore dei Ss. Maurizio e Lazzaro e di Grande ufficiale della Corona d'Italia, di Commendatore della Legion d'onore di Francia e di Grande ufficiale dell'Ordine della Corona del Belgio.
Nel 1938, dopo aver assunto la presidenza dell'Associazione italiana di chimica, Parravano corona la sua opera grandiosa organizzando il X Congresso internazionale di Chimica (15 - 21 maggio). Il congresso è un vero trionfo per la comunità scientifica italiana e per il regime che lo ha finanziato: 2500 intevenuti, di cui 1600 stranieri, affrontano il tema generale "La chimica al servizio dell'uomo"; Parravano imposta il Congresso su di un piano del tutto originale, articolandolo in undici sezioni, ciascuna delle quali dedicata al contributo che la chimica aveva dato e stava dando ad un determinato ramo dell'attività umana. Gli Atti del Congresso saranno l'ultimo lavoro del Parravano prima della sua prematura scomparsa, avvenuta a Fiuggi il 10 agosto dello stesso anno.