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Fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori - Segrate (Milano)

Descrizione

Nel 1977 Mimma Mondadori e Maria Laura Boselli progettarono di dare vita a una Fondazione dedicata, insieme, ad Arnoldo e Alberto. Trascorsero mesi di lunghe trattative, e soltanto nel luglio 1977, volutamente il giorno 14, si giunse alla costituzione della Fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori. Soci fondatori furono Andreina Monicelli, che designò Leonardo Mondadori a sostituirla, e poi i figli, Mimma, Giorgio, Cristina, e, in rappresentanza di Alberto, i figli di quest'ultimo, Marco, Fabrizio e Nicoletta. Nel 1979, anno del riconoscimento da parte della presidenza della Repubblica, il Consiglio di amministrazione nominava consiglieri Maria Laura Boselli, Franco Cingano, Mario Formenton e Giovanni Spadolini; segretario, Emilio Cimadori. Lo statuto indicava tra gli scopi "la promozione degli studi filologici letterari e saggistici da attuarsi fra l'altro attraverso l'erogazione di borse di studio, l'organizzazione di seminari e ricerche, la pubblicazione di edizioni critiche di opere letterarie e di ogni altra iniziativa similare". Parallelamente, la Fondazione per "onorare la memoria di Arnoldo e di Alberto Mondadori" avviava un secondo filone di attività. Da un lato, infatti, era già iniziato il lungo e complesso lavoro di catalogazione e inventariazione delle fonti documentarie, passaggio indispensabile verso ogni attività di valorizzazione e di ricerca. Questo aveva significato in primo luogo la ricostruzione del catalogo storico della Mondadori, a partire dalla Biblioteca degli intangibili e grazie al fortunato ritrovamento dei "quaderni neri", a Verona, dove erano indicati titoli e tirature della produzione mondadoriana. (Il lavoro fu affidato a Patrizia Moggi Rebulla e Mauro Zerbini, che vi si dedicarono per oltre cinque anni fino alla pubblicazione dei cinque volumi, con prefazione di Giovanni Spadolini, presentati nel 1986 al capo dello Stato Francesco Cossiga). Dall'altro la Cooperativa archivistica e bibliotecaria per il riordino delle fonti documentarie per la storia della società lombarda aveva ricevuto il compito di ordinare, ricondizionare e inventariare, dapprima i carteggi di Arnoldo con i propri autori, poi quelli di Alberto, donati alla Fondazione dal Saggiatore per volontà di Maria Laura Boselli. I fondi, che la Soprintendenza archivistica per la Lombardia dichiarò immediatamente di notevole interesse storico, sarebbero stati in seguito aperti alla consultazione degli studiosi e sono ora interrogabili sul sito. Nel contempo, la Fondazione inaugurava una stagione di grandi convegni - dedicati in certo modo alla memoria di Arnoldo e Alberto - con i quali si proponeva di indagare sulle recenti vicende della storia editoriale in Italia, raccogliendo testimonianze e interventi di personaggi di primo piano. Nel 1981, il convegno inaugurale "Editoria e cultura a Milano tra le due guerre" affrontava forse per la prima volta i complessi rapporti tra intellettuali, imprenditori e regime, dando voce a protagonisti e insigni studiosi. Pochi anni più tardi, si sarebbero tenuti i convegni dedicati all'editoria di progetto negli anni Sessanta: "Gli anni '60: intellettuali e editoria" e, a testimonianza dell'interesse della Fondazione per i temi della cultura editoriale, non solo del passato, ma anche del presente e del futuro, "Editoria e comunicazione totale. L'editore e l'utente nella società elettronica". La Fondazione si trovò dunque impegnata in un'attività rivolta a tutto campo, da un lato, verso la tutela della memoria del lavoro editoriale, dall'altro verso lo studio e l'analisi delle sue trasformazioni: due precise linee di intervento che avrebbero orientato l'attività degli anni a venire, consentendo all'istituzione di ritagliarsi una precisa identità nel panorama culturale italiano come centro studi per la storia e la cultura editoriale, impegnata nella conservazione, nella ricerca e nella formazione. Dopo la scomparsa di Mimma, avvenuta nel 1991, l'attività della Fondazione non perse il suo slancio: anzi, sotto la guida di Cristina Mondadori, presidente, e di Luca Formenton, vicepresidente, e con la costante presenza di Leonardo Mondadori, affrontò con nuovo impulso e rinnovato impegno i problemi originati dalle sempre più profonde trasformazioni del settore editoriale, caratterizzato ora da una frenetica dinamica di fusioni e acquisizioni che avrebbero ridisegnato la mappa dell'editoria, non senza ripercussioni sulla conservazione della memoria del lavoro editoriale, esposta più che in passato al rischio della dispersione. Proprio durante l'ultimo scorcio degli anni Novanta iniziava a maturare la convinzione che, alla tradizionale e consolidata azione di recupero e valorizzazione degli archivi e delle biblioteche editoriali (nel caso sia del patrimonio storico della Mondadori e del Gruppo Saggiatore, sia di altri fondi riguardo ai quali era stato richiesto l'intervento della Fondazione), dovesse affiancarsi la formazione, mettendo così a frutto i legami che nel frattempo erano stati stabiliti con i più autorevoli enti locali e nazionali. Alcuni passaggi di questa progressiva istituzionalizzazione della Fondazione meritano di essere ricordati: nel 2002 si è pervenuti alla stipula di una convenzione con l'Università degli Studi di Milano, che ha permesso tra l'altro la progettazione e l'avvio del master in redattore di editoria libraria. Gli ultimi anni hanno visto sia il perfezionamento di convenzioni con la Mondadori e con il Saggiatore - che consolidano i rapporti di scambio avviati agli esordi della Fondazione - sia l'ingresso della Regione Lombardia nel Consiglio di amministrazione quale socio benemerito. La Fondazione è inoltre inserita da tempo nella tabella triennale del Ministero per i beni e le attività culturali per il finanziamento su progetti specifici e ha ricevuto dalla Fondazione Cariplo, sin dal trasferimento nella nuova sede, avvenuto nel 2000, un sostanziale e costante contributo, dapprima per la ristrutturazione dello stabile, in seguito per i progetti di riordino, inventariazione e valorizzazione del fondo dell'agente letterario Erich Linder, per il censimento degli archivi e delle biblioteche degli editori del Nord Italia e infine per un progetto ideato in occasione del 25° anniversario e destinato a trasformare la Fondazione in una vera e propria "impresa per la cultura editoriale". Alla base di questi rapporti di collaborazione si pone la convinzione che in nome della sussidiarietà l'ente privato possa svolgere sul territorio un ruolo culturale di primo piano, sia attraverso la conservazione della memoria storica, sia mediante la valorizzazione, che rende profondamente attuale il bene culturale e consente alla comunità locale di fruirne, con l'ambizione di trasformarlo in bene condiviso in ambito nazionale e internazionale. Tutto ciò non sarebbe stato possibile senza la volontà, da parte della Fondazione, di mettere le proprie competenze a disposizione di tutti i soggetti intenzionati a condividerne le finalità di conservazione, di valorizzazione e diffusione della cultura editoriale, e senza l'appoggio degli enti sopra ricordati nel sostenere concretamente i progetti via via proposti, attivando un dialogo e una reciprocità di intenti che hanno consentito alla Fondazione di porsi al centro di una rete di legami tra i diversi soggetti istituzionali, foriera di ulteriori sviluppi e di risultati tangibili sempre più rilevanti. Un impegno, insomma, che la Fondazione ha potuto perseguire in totale autonomia grazie anche al saldo, costante appoggio del suo presidente e dei soci benemeriti. Attività specifiche Pubblicazioni, convegni, formazione