Filippo Pacini
1812 - 1883
Filippo Pacini (Pistoia, 1812 - Firenze, 1883) è un medico toscano nato in una famiglia piuttosto povera di Pistoia. Con un microscopio messo a punto da Giovanni Battista Amici nel 1835 scopre i corpuscoli negli strati più profondi della pelle della mano, del piede e dei capezzoli che, oggi, portano il suo nome. Ne parla, con un'apposita relazione nella sessione di medicina (ma non di zoologia e anatomia comparata), nella prima Riunione degli Scienziati Italiani che si tiene a Pisa nel 1839.
Ma la scoperta non suscita l'interesse che merita fino al 1844, quando i tedeschi Henle e Kölliker pubblicano il lavoro "Über die Pacini'schen Körperchen" ("Sui corpuscoli di Pacini"), nel quale i corpuscoli sono descritti in maniera più dettagliata di quanto avesse fatto Filippo Pacini, ma il riconoscimento per i meriti del medico toscano è chiarissimo.
Anche in Italia ci si accorge di Pacini che, prima da Pisa poi da Firenze, può inaugurare una lunga serie di studi di istologia grazie con l'uso del microscopio. Studia la meccanica dei muscoli intercostali, i processi di osmosi e di assorbimento dell'organismo. Ed, infine, nel 1854 non solo dimostra la natura contagiosa del colera, ma individua e descrive il vibrione come l'agente patogeno della malattia, molto prima di Koch. Ancora una volta i riconoscimenti per il lavoro di Pacini giungono in ritardo, questa volte dopo la morte.
Filippo Pacini si interessa anche di epistemologia. In particolare avanza una dura critica agli "adoratori del fatto empirico", rilevando che la scienza richiede anche e necessariamente un apparato teorico forte e coerente.