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Vincenzo Caglioti

1902 - 1998

Nacque a Soriano Calabro il 26 maggio 1902. Fu uomo e scienziato di spicco tra le personalità della chimica e del panorama scientifico italiani del XX secolo.
Nato in un piccolo centro calabro, della provincia di Catanzaro, in cui rimase fino all'adolescenza, manifestò da subito una insaziabile curiosità, che lo portava ad interessarsi a tutto il mondo che lo circondava per conoscere le varie attività umane. I suoi primi maestri furono gli artigiani del suo paese che, come lui stesso ebbe occasione di dire nel corso della celebrazione dei suoi novanta anni, mi ammaliavano con le loro prodezze volevo rendermi conto dei dettagli del loro lavoro'.
Giovanissimo lasciò il suo paese per poter frequentare le scuole medie. Più tardi, essendosi iscritto ad ingegneria, si trasferì a Napoli, dove, passato alla Facoltà di chimica che 'meglio rispondeva alla mia naturale curiosità', considerava infatti 'la chimica una chiave di lettura della realtà sensibile'. Conseguì la laurea nel 1924 e fu assistente a Napoli dal 1925 al 1929.
Negli anni successivi si recò a Lipsia, Francoforte e Gottinga dove compì studi di perfezionamento in S
strutturistica chimica e chimica inorganica.
Fu professore di chimica fisica prima a Firenze e poi a Roma dal 1936 al 1939; professore di Chimica generale inorganica all'Università di Roma dal 1940 al 1977.
Nel luglio del 1943 il suo laboratorio venne distrutto dal primo bombardamento su Roma e venne ricostruito solo nel 1947. Nel secondo dopoguerra C. si impegnò attivamente per la ricostruzione di una università efficiente, mentre la mancanza di risorse economiche e di attrezzature scientifiche rendevano più difficile la ripresa dell'attività di ricerca.
Già prima della guerra F. Giordani gli aveva chiesto di collaborare per il settore della Chimica; erano stati creati alcuni centri di studio e si era avviata l'istituzione dei primi laboratori e di un Istituto nazionale di chimica. Attraverso il CNR, C. ottenne l'incarico di gestire il piano ERP per la fornitura delle attrezzature scientifiche per tutte le università italiane.
Dopo tale incarico, i contatti con le autorità politiche ('Vanoni, Segni, Campilli, Gonella, Saraceno e altri') portarono altri impegni: dal 1948 al 1952 fu presidente dell'Opera per la valorizzazione della Sila e si occupò dell'attuazione della riforma agraria in Calabria.
Dal 1951 al 1965 fu presidente del Comitato per la chimica del CNR.
Nel 1957 ottenne il 'premio nazionale per la chimica' dell'Accademia dei Lincei per i suoi studi sui composti di coordinazione.
Dal 1965 al 1971 è stato Presidente del CNR. Erano anni difficili: il mondo della ricerca era in crisi, soprattutto per i casi giudiziari che avevano coinvolto i vertici del CNEN e dell'Istituto superiore di sanità. Tuttavia vennero creati diversi Laboratori (tra cui quello per la ricerca sulle acque e per lo studio dell'inquinamento atmosferico e quelli sulla protezione idrogeologica del territorio nazionale. Furono creati anche Centri di studio presso le Università. Essendo il suo mandato scaduto nel '69 e mai rinnovato, amareggiato per le contestazioni giovanili del '68, che avevano assalito anche il CNR ed anche a causa dell'aggravarsi delle condizioni di salute di sua moglie, C. lasciò la presidenza del CNR nel 1971.
Nel 1972 andò fuori ruolo dall'Università, ma venne nominato professore emerito e presidente emerito del CNR.
Fu inoltre presidente della Commissione Italo-Jugoslava per la definizione della zona franca di Trieste in seguito al Trattato di Osimo.
Fu membro dell'Accademia nazionale dei Lincei dal 1957, membro dell'Accademia nazionale delle Scienze detta dei XL, socio della World Academy of Arts and Sciences di New York.
Fu inoltre consigliere della SVIMEZ fin dalla sua fondazione, consigliere della Fondazione Montedison.
Durante la sua vita ricevette numerosi riconoscimenti sia in ambito nazionale che internazionale: Medaglia d'oro dei Benemeriti della Cultura, Cavaliere di Gran Croce al merito della Repubblica Italiana, Officier de la Legion d'Honneur della Repubblica francese, Medaglia al merito della Accademia polacca delle scienze.
Ha rappresentato le autorità italiane in numerose commissioni scientifico-tecniche dell'OCDE e della CEE.
Morì a Roma il 1° dicembre 1998.

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