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Giovanni Fabbroni

1752 - 1822

Uomo di vasta cultura, si occupò di scienze naturali, economia politica, chimica e agronomia. Fu uno degli intellettuali italiani più aperti alle nuove idee di fine secolo e un convinto sostenitore della rivoluzione chimica di Antoine-Laurent Lavoisier. Dal 1775 fu assistente di Felice Fontana, con cui collaborò all'organizzazione del Reale Museo di Fisica e Storia Naturale di Firenze, del quale fu direttore dal 1805 al 1807. Nel 1783 divenne socio dell'Accademia dei Georgofili di Firenze e l'anno successivo segretario per la corrispondenza, fungendo da tramite fra questa istituzione e il Reale Museo. Ferdinando III di Lorena (1790-1801/1814-1824) nominò Fabbroni rappresentante del Granducato di Toscana all'interno della Commissione internazionale per la riforma dei pesi e delle misure. La destituzione del granduca lorenese nel 1801 e le vicende della Toscana nell'età napoleonica non frenarono la carriera di Fabbroni. Nel 1802 venne nominato professore onorario all'Università di Pisa e, nello stesso anno, fu chiamato a riorganizzare la Zecca di Firenze, di cui assumerà la direzione nel 1805. Nel 1810 divenne direttore del Bureau des ponts et chaussées per i dipartimenti italiani dell'Impero francese, ruolo che svolse da Parigi fino al 1814. Rientrato in Toscana dopo la Restaurazione lorenese, dal 1816 fu commissario regio per l'amministrazione delle miniere elbane e per il controllo della Magona toscana. Oltre alle numerose opere di carattere scientifico, tra cui sono da citare le Réflexions sur l'état actuel de l'agriculture (1780) e Dell'antracite o carbone di cava detto volgarmente carbon fossile (1790), scrisse saggi di economia e di argomento politico, come il De la Toscane (1799) in difesa dell'ordinamento politico-istituzionale del Granducato.

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