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Fausto Fumi

1924 - 2009

Fisico italiano nato a Milano il 22 agosto 1924 da Riccardo Fumi ed Elfrida Fischer, entrambi operanti nel campo della chimica farmaceutica. Nel 1940, a soli sedici anni, iniziò gli studi universitari a Roma scegliendo l’indirizzo chimico. A causa delle tensioni dovute alla guerra, nel 1941, decise di continuare il suo percorso accademico presso la facoltà di Chimica dell’Università di Genova dove ebbe modo di conoscere Carlo Perrier.

Perrier, che aveva da poco scoperto il tecnezio insieme ad Emilio Segrè, divenne il mentore di Fausto Fumi e lo indirizzò verso lo studio della cristallografia.

Ottenuta la Laurea in Chimica nel 1946, Fumi decise di riprendere gli studi e proseguire nel campo della Fisica, ricoprendo al contempo il ruolo di assistente alla cattedra di Mineralogia retta dallo stesso Perrier, che lo spinse ad intraprendere delle esperienze all’estero. Conseguita anche la Laurea in Fisica nel 1948, partì per l’America dove poté approfondire gli studi nel campo della cristallografia con Frederick Seitz, prima presso il Carnegie Institute of Technology, come borsista Post-Doctoral, e successivamente presso la University of Illinois dove iniziò le ricerche sulle applicazioni delle proprietà macroscopiche dei solidi e sulla costruzione di funzioni ondulatorie per molecole organiche con doppi legami coniugati.

Nel 1951 tornò in Italia con l’incarico di professore di Meccanica Statistica presso l’Università di Milano. Fu l’inizio di una lunga carriera accademica che gli permise di formare una nuova classe di fisici, in particolare Franco Bassani, Roberto Fieschi e Mario Tosi, con cui ebbe modo di lavorare a più riprese nel corso degli anni successivi.

Nel 1954 si trasferì in Inghilterra dove collaborò con Nevill F. Mott, il padre della teoria elettronica dei metalli, che lo accompagnò nello studio dei difetti nei metalli e nell’elaborazione del Metodo dell’Ispezione diretta, il cosiddetto Teorema di Fumi”, che permette di calcolare le impurità in un metallo che cambia fase.

Nel 1955 vinse il concorso per la cattedra di Fisica Teorica a Palermo. L’anno seguente, Giovanni Polvani lo nominò direttore della Scuola Internazionale di Varenna, prevista per l’estate del 1957, che sarebbe stata lo scenario perfetto per l’introduzione in Italia della Fisica dei Solidi. Il corso ebbe così successo che Fumi fu chiamato a dirigerla nuovamente nel 1983 e nel 1988. Nel 1957 ottenne la cattedra di Fisica presso l’Università di Pavia, ma dopo tre anni decise di tornare in America, lavorando prima presso la Cornell University Ithaca di New York, poi presso l’Argonne National Laboratory, dove si riunì con i suoi ex studenti Tosi e Bassani e come professore presso la Northwestern University dove rimase fino al 1966. In quell’anno tornò definitivamente in Italia, come direttore dell’Istituto di Fisica di Palermo.

La sua ultima sede universitaria fu Genova, dove fu istituita una delle prime cattedre italiane di Fisica dello Stato Solido e dove, insieme al preside Scortecci, riuscì a creare l’Istituto di Scienze Fisiche.

Nel corso dei suoi anni di formazione e lavoro ottenne diversi riconoscimenti. Vinse il Premio “Gualtiero Poma” per la Chimica dell’Accademia Nazionale dei Lincei nel 1951 e la borsa “Augusto Righi per studi di fisica in Italia”. Inoltre, è stato membro di diverse società: American Physical Society, British Institute Physics, European Physical Society, Accademia Ligure di Scienze e Lettere, Council of the European Physical Society, Società Italiana di Fisica, Sigma XI, Gruppo Nazionale di Struttura della Materia.

Fu vicedirettore de Il Nuovo Cimento e membro di molti comitati editoriali di riviste internazionali, come il Journal of Physics and Chemistry of Solids. Fu coinvolto nella stesura della voce «Solidi, fisica dei» dell’Enciclopedia Treccani.

Nel 1986 fu insignito della medaglia d’oro ai benemeriti della cultura e nel 1992, dopo essere andato in pensione, fu nominato Professore Emerito.

Morì il 27 novembre del 2009 a Genova.

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