Pietro Blaserna: Una vita per la scienza
Nato a Fiumicello di Aquileja il 22 febbraio 1836, Pietro Blaserna si laurea in Matematica e fisica presso l'Università di Vienna nel 1856. Nello stesso anno intraprende la carriera di ricercatore come assistente di Andreas von Ettingshausen, allora direttore dell'Istituto di Fisica di Vienna. Qui ha modo di occuparsi della verifica sperimentale delle previsioni teoriche circa lo sviluppo e la durata delle correnti indotte e delle extracorrenti, pubblicando tra il 1858 e il 1859 i suoi primi lavori sulla rivista scientifica Sitzungsberichte e trasferendosi poi a Parigi per lavorare come assistente di Henri-Victor Regnault presso il Collège de France.
La promettente carriera di Blaserna lo porta a tornare a Firenze nel 1861, chiamato dall'allora ministro della Pubblica Istruzione Terenzio Mamiani della Rovere per ricoprire la cattedra di Fisica nell'Istituto di studi superiori di Firenze. Pochi anni dopo si trasferisce a Palermo come professore ordinario, spinto dalla forte dotazione economica che l'ateneo avrebbe ricevuto dal ministro Michele Amari.
Nel 1867 Blaserna dimostra il suo interesse circa l'organizzazione della ricerca universitaria nel suo pamphlet "Sullo stato attuale delle scienze fisiche in Italia e su alcune macchine di fisica". Nelle sue intenzioni mira infatti ad una riorganizzazione dei regolamenti universitari e a fare del "laboratorio" il luogo privilegiato sia per le ricerche individuali del professore, sia per l'insegnamento universitario. Quando Quintino Sella nel 1870 pone la questione dell'Università di Roma al centro della propria opera riformatrice, Blaserna non può non abbracciare tale posizione. Nel 1871 aderisce alla Società geografica italiana, ricoprendo il ruolo di consigliere dal 1875 al 1891 e successivamente di vicepresidente dal 1885 al 1886.
Nel 1872 si dedica alla formazione dell'Istituto di fisica, ispirandosi ai modelli tedeschi, spingendo per la formazione dei nuovi ricercatori sotto il segno del sapere scientifico moderno. La buona riuscita di questa scuola porta infatti Blaserna a visitare i laboratori delle nazioni estere, come la Svizzera, la Germania e l'Austria, da cui appunto riprende l'organizzazione.
Viene nominato senatore nel 1890 e ricopre diversi incarichi politici: è membro del Consiglio superiore della pubblica istruzione tra il 1886 e il 1890, membro della Commissione di finanze tra il 1896 e il 1918, presidente della Commissione dell'Alta Corte di giustizia fino al 1918 e vicepresidente del Senato dal 1914, fino alla data della sua morte, nel 1918.
Eletto socio dell'Accademia dei Lincei nel 1873, ne diviene segretario aggiunto nel 1877, segretario nel 1879, vicepresidente nel 1900 ed infine ottiene la presidenza dell'Accademia nel 1904, carica che mantiene fino al 1916. Appena eletto, Blaserna si impegna per ribadire l'immensa impresa scientifica proposta dai Lincei, sia come espressione di orgoglio nazionale che di comunione e relazione con i paesi esteri, dando nuovo impulso ad attività come l'attribuzione di premi e pubblicazioni per la diffusione delle conoscenze scientifiche. Inoltre, la sua volontà è quella di modificare la struttura delle classi, adducendo come motivazione l'eccessivo frazionamento di queste, che ne rende difficile il funzionamento, posizione che però non viene presa realmente in considerazione dagli stessi soci. L'interesse di Blaserna, come scienziato e come uomo politico, è quello di far sì che l'Italia partecipi attivamente ai processi di modernizzazione, non tirandosi indietro nemmeno quando, in occasione del terremoto che nel 1908 rade al suolo Messina e Reggio Calabria, l'Accademia dei Lincei viene mobilitata dal governo per far fronte alla tragedia.
Come tutti i suoi predecessori, Blaserna dimostra grande attenzione circa l'urgenza di partecipare al dibattito scientifico internazionale che ha caratterizzato l'Accademia fin dagli esordi. L'occasione si presenta durante un'adunanza solenne al cospetto del sovrano nel 1908, quando il presidente linceo annuncia la volontà di ospitare il Comitato permanente dell'International Association of Academies (IAA), in cui l'Italia è rappresentata appunto dai Lincei. Blaserna vede la possibilità di rafforzare le collaborazioni scientifiche per non far perdere terreno in campo scientifico ad un Italia che in quel momento può vantarsi di essere entrata nel novero dei grandi paesi. La vittoria del progetto proposto viene raggiunta quando nel 1908 ha inizio la direzione dell'IAA da parte dei Lincei, con la designazione di Roma come sede della IV assemblea generale del 1910. Gli accadimenti della prima guerra mondiale fanno venir meno quella collaborazione internazionale, e l'IAA viene travolta dagli scontri tra le nazioni. L'Accademia dei Lincei, seppur con difficoltà, cerca di mantenere il proprio proposito di centro di attività scientifiche, culminata con l'iniziativa di Luzzatti relativa alla pubblicazione degli Atti delle assemblee costituzionali italiane, raccolti in 54 volumi, come segnale di un orientamento patriottico che era tipico dell'agire dei Lincei.
NOTA BIBLIOGRAFICA
Enzo Pozzato, Blaserna, Pietro, in «Dizionario Biografico degli Italiani, vol. 10», Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1968
Sandra Linguerri, Pietro Blaserna, in «Scienziati, patrioti, presidenti, a cura di Raffaella Simili», Roma-Bari, Laterza, 2012, 99-141
M. Focaccia, Uno scienziato galantuomo a via Panisperna. Pietro Blaserna e la nascita dell'Istituto fisico di Roma, Firenze, Olschki, 2016
M. Focaccia, Pietro Blaserna and the Birth of the Institute of Physics in Rome. A Gentleman Scientist at Via Panisperna, Springer Biographies, 2019
RIFERIMENTI ARCHIVISTICI
Pietro Blaserna - Dipartimento di Fisica - Sapienza
A CURA DI
Francesca Nemore