Giulio Chiarugi
1859 - 1944
Chiarugi frequentò i primi quattro anni della Facoltà di Medicina a Siena, laureandosi poi a Torino nel 1882. Subito dopo la laurea esercitò per poco tempo la professione di medico condotto a Siena, per dedicarsi in seguito alla ricerca scientifica. Nel 1883 divenne prosettore nell'Istituto Anatomico dell'Università di Siena e nel 1888 professore di Anatomia umana normale nello stesso ateneo. Nel 1890 si trasferì a Firenze, dove assunse la cattedra di Anatomia descrittiva, microscopica e topografica presso l'Istituto Superiore di Studi Pratici e di Perfezionamento, che detenne fino al pensionamento (1934). Preside della Facoltà di Medicina e Chirurgia dal 1891, nel 1924 divenne il primo Rettore della neonata Università di Firenze, incarico da cui si dimise l'anno seguente per divergenze di natura politica. Negli anni 1890-1934 fu anche professore di Anatomia pittorica all'Accademia di Belle Arti di Firenze. Di convinzioni saldamente laiche, s'impegnò politicamente nelle file radicali e nel giugno 1900 venne eletto deputato al Parlamento nel collegio di Siena. Nel 1904 entrò a far parte del Consiglio comunale di Firenze e nel 1909, sostenuto dal blocco democratico-socialista, fu eletto sindaco della città, rimanendo in carica fino al 1910. Si occupò attivamente di opere assistenziali medico-sociali, collaborando fin dal 1899 con la Società Umberto I contro la tubercolosi. Membro di molte società scientifiche italiane e straniere (tra cui l'Accademia dei Lincei, l'Accademia Nazionale detta dei XL e l'Institut International d'Embryologie di Utrecht), ricevette diverse onorificenze. Fondò due riviste specializzate, il "Monitore Zoologico Italiano" con Eugenio Ficalbi (1890) e l'"Archivio Italiano di Anatomia e di Embriologia" (1902). Notevole fu il contributo di Chiarugi agli studi nel campo dell'embriologia e dell'anatomia; tra il 1895 e il 1901 si dedicò a ricerche sperimentali e descrittive, alle quali si può ricondurre l'inizio della moderna embriologia sperimentale in Italia. Fu autore di circa ottanta pubblicazioni che illustrano le sue ricerche in questi ambiti disciplinari e di due importanti trattati, frutto della sua vasta preparazione scientifica e della lunga esperienza didattica: Istituzioni di anatomia dell'uomo (1904) e Trattato di embriologia (1929-1944), che completò un anno prima della morte. Le Istituzioni di anatomia, considerate il primo trattato moderno pubblicato in Italia, furono per decenni il testo italiano di riferimento per la materia, come testimoniano le numerose edizioni.