Montagne in guerra 1915-1918: Uomini, scienza, natura sul fronte dolomitico
Da sempre le regioni alpine sono occupate e gestite da popoli di diversa provenienza che, con il loro intervento e la crescita demografica, trasformano nel tempo il paesaggio naturale.
La convivenza fra l'uomo e la montagna subisce una drammatica svolta a partire dal 1915, quando la Grande Guerra raggiunge la cima delle montagne: in particolare le Dolomiti diventano il teatro naturale del conflitto.
Il mondo scientifico viene interpellato per affrontare il nuovo scenario bellico: la geografia, la geologia, il clima, le caratteristiche fisiche di questi ambienti rappresentarono un vincolo fondamentale nello sviluppo di strumenti e strategie. La scienza pura viene posta al servizio della pragmaticità delle guerra.
La Prima Guerra mondiale comporta una profonda e diffusa "militarizzazione del paesaggio" iniziata già negli anni precedenti. La costruzione di mulattiere, strade, postazioni di tiro, forti corazzati, baraccamenti, acquedotti e teleferiche trasforma in modo radicale e permanente i panorami di molte aree dolomitiche.
Ma i danni più evidenti sono causati dall'uso degli esplosivi e della nuova, potentissima artiglieria pesante, capace di generare crateri, dissesti e frane, di staccare enormi blocchi di pietra cambiando per sempre la configurazione fisica di creste e colline.
Ancora oggi è possibile andare alla ricerca delle tracce lasciate dal conflitto: resti di fortificazioni, solchi di trincee, avvallamenti da esplosioni rappresentano la testimonianza di una delle pagine più drammatiche della nostra storia.
Il racconto dell'utilizzo della scienza e della tecnologia adattate alle esigenze belliche, degli effetti sul territorio montano, dei danni causati all'ambiente, delle tracce lasciate dal conflitto è stato oggetto dell'esposizione Montagne in guerra. Uomini, scienza, natura sul fronte dolomitico 1915-1918, inaugurata il 24 giugno 2017 a Predazzo.
Ideata e curata da Marco Avanzini e Isabella Salvador del MUSE Museo delle Scienze - Trento, la mostra, si articolava in cinque sezioni tematiche: Il Teatro Naturale, La Montagna Studiata, La Montagna Addomesticata, La Montagna Ferita, La Montagna che Ricorda, fornendo una visione originale delle vicende di questi luoghi.
La mostra è stata organizzata dal MUSE e da: Fondazione Dolomiti Dolomiten Dolomites Dolomitis UNESCO - Rete del Patrimonio Geologico (Provincia autonoma di Trento), Fondazione Cassa di Risparmio di Trento e Rovereto.
Numerose le collaborazioni, tra queste: Museo Storico Italiano della Guerra di Rovereto, Soprintendenza per i Beni Culturali - Ufficio Beni Architettonici, Archivio di Stato di Trento, Università di Trento - DICAM, Corso di Laurea in Ingegneria edile-Architettura, Società Geologica Italiana, ISPRA - Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, Società Geografica Italiana, Geologische Bundesanstalt di Vienna.
NOTA BIBLIOGRAFICA
Montagne in guerra. Uomini, scienza, natura sul fronte dolomitico 1915-1918. Berge im Krieg: Menschen, Wisswnschaft und Natur an der Dolomitenfront 1915-1918, a cura di Marco Avanzini, Isabella Salvador, Trento, Muse, 2016
Diego Leoni, La guerra verticale. Uomini, animali e macchine sul fronte di montagna, Torino, Einaudi, 2015
Davide Sigurtà, Montagne di guerra, strade di pace. La prima guerra mondiale dal Garda all'Adamello: tecnologie e infrastrutture belliche, Milano, FrancoAngeli, 2017
RIFERIMENTI ARCHIVISTICI
Museo Storico Italiano della Guerra - Rovereto
A CURA DI
Maria Procino