Turillo e gli altri: Viaggio nella Stazione zoologica di Napoli
Salvatore Lo Bianco detto Turillo era il figlio del portiere di Palazzo Torlonia, un edificio nobiliare situato a Mergellina dove Anton Dohrn viveva. Ogni mattina il padre, incerto sul futuro del figlio, pregava l'illustre scienziato tedesco di prenderlo a lavorare con sé.
Turillo era uno scugnizzo dall'intelligenza vivace, aveva voglia di lavorare, sapeva leggere e scrivere quel tanto che bastava, nel 1874 a 14 anni, per varcare la soglia della palazzina bianca, che allora era lambita dalle acque del mare, non allontanate dalla colmata della futura Via Caracciolo. Viene assegnato come aiuto al giovane August Muller, che si occupava del reparto di conservazione degli animali marini. Il sogno di Dohrn, naturalista tedesco trapiantato a Napoli, era quello di creare delle vere e proprie stazioni come quelle ferroviarie dove scienziati di tutto il mondo, studiosi di università, accademie, potessero fermarsi per qualche tempo, confrontarsi e portare avanti le proprie ricerche, grazie all'ideazione dei "tavoli di studio".
L'Acquario nella mente del suo fondatore doveva essere un mezzo per raccogliere fondi per il laboratorio. A spese proprie costruì la Stazione zoologica che aprì le porte nel 1873, dotata di tutte le facilities che avrebbero potuto agevolare il lavoro del ricercatore: animali marini freschi e conservati in alcool, microscopi e strumentazione scientifica rinnovata periodicamente dalla ditta Zeiss, una ricca biblioteca, imbarcazioni e pescatori esperti, disegnatori come Merculiano e Serino famosi per la loro precisione.
L'acquario divenne parte integrante della città: vestiti con l'abito della domenica, tutti, borghesi e non, correvano a osservare creature mai viste che vivevano proprio sotto il loro mare, vivevano accanto a loro: diversi eppure, come spiegavano quei signori, parte di un unico processo evolutivo. Gli scienziati erano attratti dalla multiculturalità presente ovunque e dalla biodiversità di cui era ricco quel mare. Del resto Dorhn, seguace di Darwin, aveva una concezione della scienza straordinariamente moderna: affrancata dall'accademismo e dal provincialismo e con un occhio alle altre arti, musica, pittura letteratura.
Un felice connubio tra arte e scienza.
In questo clima Salvatore Lo Bianco diventa biologo marino, una delle menti più brillanti della Stazione e quando muore Muller, acquisisce nel lavoro di conservazione una competenza tale da pubblicare opere scientifiche proprie, fino ad ottenere la laurea ad honorem dall'Università di Napoli.
Il suo metodo ebbe fama internazionale e i suoi preparati erano utilizzati anche come modelli da artisti del vetro come i Blaschka a Dresda e Deyrolle a Parigi.
I registri conservati in archivio storico testimoniano le spedizioni avvenute in tutto il mondo. Turillo favorisce anche i rapporti tra i ricercatori e i pescatori che portano sul mare quei signori, li aiutano a misurare, a scegliere le creature marine che dovevano far parte dell'Acquario.
L'8 agosto 1900 informava Friedrich Alfred Krupp: Sono stato a dragare con molti naturalisti verso la lanterna dove abbiamo preso una quantità di Gorgonidae e molti Brachiopodi, [ ]. In quest'ultimi mesi Le ho fatto tutta una cassetta di preparazioni microscopiche. Fra l'altro vi è tutto lo sviluppo della Torpedo ocellata e lo sviluppo di una Ascidia (Ciona intestinalis). Molti premi Nobel frequentavano la Stazione e anche molti scienziati, come il fisiologo francese Étienne-Jules Marey: i suoi studi sul movimento avrebbero portato alla realizzazione di importanti strumenti cinematografici. Il segretario di Dorhn, Hermann Linden fu inventore dell'Autonaut una barca che si muoveva con le onde ed il vento. Nel 1885 vi lavora anche Raffaele Federico uno dei maggiori esponenti dell'embriologia sperimentale in Italia.
Alla morte di Dorhn nel 1909 l'Istituto, sotto la direzione del figlio Reinhard, resta un punto di riferimento per naturalisti, biologi, zoologi, chimici e anche per coloro che durante le guerre qui trovano riparo alle persecuzioni e alle leggi razziali.
I laboratori accolgono anche molte scienziate: la prima nel 1876 è Sofia Peresjalawzewa; poi, tra le tante: Bice Ferrari; Ida Hyde, famosa per i suoi studi neurofisiologici; l'americana Niette Marie Stevens, che individua il cromosoma Y; la biologa Flonrece Peebles; Isabella Coifmann Lattes, antesignana della divulgazione scientifica rigorosa.
Anton Dorhn dimostrò che la scienza può coinvolgere una intera città, senza porre confini né geografici né intellettuali, in un continuo do ut des che può fare della diversità una risorsa per comprendere la propria unicità. Oggi il centro è uno dei più importanti in Europa, con un ricchissimo archivio storico, una preziosa biblioteca e un database formato da 4.373 video, 18.212 immagini statiche e 7.771 etichette riguardanti le preparazioni realizzate e conservate dal 1910, la versione digitalizzata di 38 documenti relativi alla tassonomia, alla ecologia e alla filogenetica.
NOTA BIBLIOGRAFICA
Anton Dohrn, Delle presenti condizioni della zoologia e della fondazione di stazioni zoologiche. 1872 Preztssisclie Jalirbiiclicr (ripubblicato in), in «Boll. Zool. 35: 507-531», 1968
Maria Teresa Iannitto, Guida agli archivi per la storia contemporanea regionale, Napoli, Guida Editore, 1990
Le scienziate e la divulgazione scientifica dal secondo Ottocento agli anni Quaranta del Novecento., a cura di Gabriella Liberati, Napoli, Guida Editori, 2018
La riscoperta di un biologo della Stazione Zoologica Anton Dohrn', a cura di Gennaro Matacena, Napoli, Electa, 1996
Lettere da Capri. Descrizioni, appunti, riflessioni in epistolari originali dal 1826 al 2007, a cura di Dieter Richter, Capri, La Conchiglia, 2012
RIFERIMENTI ARCHIVISTICI
Stazione Zoologica Anton Dohrn
A CURA DI
Maria Procino