Accademia Nazionale delle Scienze, detta dei XL
L'Accademia nasce nel 1782 con il nome di Società Italiana come associazione' dei più illustri scienziati di ogni parte d'Italia, su iniziativa del matematico e ingegnere idraulico Antonio M. Lorgna. Tra i Soci fondatori, oltre a Lorgna, spiccano nomi insigni da Lazzaro Spallanzani ad Alessandro Volta, Lodovico Lagrange e Ruggiero Giuseppe Boscovich per citarne alcuni: in tutto quaranta scienziati da cui il nome corrente di «Società dei Quaranta» (oggi "Accademia dei XL").
La creazione della Società Italiana dà concretezza all'aspirazione patriottica degli scienziati italiani di veder rappresentata, almeno nella Scienza, l'Italia Unita, prima ancora dell'unificazione geografica e politica del Paese. Nello stesso anno della fondazione è pubblicato il primo numero delle Memorie accademiche: nella prefazione sono enunciati concetti patriottici dicendo che «lo svantaggio dell'Italia è l'avere ella le sue forze disunite» e che, per unirle, bisognava incominciare ad «associare le cognizioni e l'opera di tanti illustri Italiani separati».
La pubblicazione delle Memorie, vero e proprio periodico scientifico, risponde in quei tempi a una necessità anche pratica poiché gli studiosi italiani avevano difficoltà a pubblicare i loro lavori non esistendo all'epoca uno strumento, in italiano, di comunicazione autorevole e internazionalmente apprezzato che potesse raccogliere la produzione scientifica nazionale, come invece avveniva in Francia o in Inghilterra. La Società dei XL si afferma quindi rapidamente e in pochi anni viene considerata come la rappresentante della Scienza italiana: Federico il Grande re di Prussia, le Accademie straniere, da quelle francesi alle russe, e più tardi quelle americane, stringono rapporti con la «Società Italiana» che, dopo la morte del Lorgna, muta il suo nome in quello di «Società Italiana delle Scienze, detta dei XL», nel 1801.
Sostenuta prima da Napoleone Bonaparte poi dal Duca di Modena Francesco IV d'Austria - d'Este, come punto di riferimento scientifico di un'anelata nazione unita, nel periodo dell'unificazione del Paese si verificano vari tentativi di trasformazione della compagine associativa. In particolare, nel 1861 il Ministro del Regno d'Italia appena costituito Terenzio Mamiani - essendo presidente il fisico Stefano Mariannini - propone di riunire e fondere la Società Italiana, l'Accademia delle Scienze di Torino, l'Istituto Lombardo, l'Accademia della Crusca e l'Accademia delle Scienze di Bologna sotto la falsariga dell'Institut de France. Qualche anno più tardi, nel 1874 si muove la proposta del Ministro Ruggero Bonghi - allora era Presidente il matematico Francesco Brioschi - di fondere la Società Italiana con l'Accademia dei Lincei. Queste proposte trovano ripetutamente una ferrea opposizione da parte dei Soci che vogliono mantenere una tradizione e una sorta di primogenitura morale. A questi tentativi ne seguono altri nella seconda metà del secolo scorso, in particolare di fusione con l'Accademia dei Lincei, sotto la presidenza di Domenico Marotta a metà degli anni '60 e poi sotto la presidenza di Beniamino Segre dieci anni dopo.
Nel periodo fascista la Società Italiana delle Scienze è sottoposta alla revisione degli Statuti e Regolamenti degli Enti Culturali' imposta dal regime che, di fatto, la pone sotto la sorveglianza del Ministero dell'Educazione Nazionale con limitazioni politiche, amministrative e burocratiche, togliendo alla Società Italiana quel carattere indipendente' che l'aveva sempre contraddistinta. Nel 1936 viene eretta in Ente Morale'. Gli avvenimenti bellici sospendono praticamente tutte le attività sociali e, finita la guerra, è l'allora accademico segretario Domenico Marotta a riprendere le fila della Società Italiana, che rinnega lo statuto imposto dal fascismo e si dota - nuovamente - di uno statuto liberale.
Un cenno particolare meritano le vicissitudine che riguardano la sede dell'Accademia. Lo Statuto originario della Società Italiana prevedeva che la sede della stessa fosse fissata presso la città di residenza del Presidente in carica. Tale disposizione stabiliva espressamente la mancanza di una sede fissa, con l'intento di evitare che il sodalizio venisse associato in maniera preferenziale a uno degli stati pre-unitari.
Dopo l'Unità d'Italia, l'allora presidente della Società Italiana Francesco Brioschi pone, per primo, la questione del trasferimento della sede del sodalizio a Roma da poco divenuta Capitale, auspicando l'ipotesi di una fusione con l'Accademia Nazionale dei Lincei, della quale fu per molti anni presidente.
Soltanto nel 1875, il successore di Brioschi, Arcangelo Scacchi, riesce a trasferire definitivamente la sede della Società Italiana da Modena a Roma, presso locali della Scuola di Ingegneria in San Pietro in Vincoli. Qui i XL rimangono fino al 1934, quando il governo fascista decreta per legge il trasferimento della Società dei XL presso la "Reale Accademia dei Lincei", che in quel periodo è prima sottoposta a commissariamento e poi incorporata nella Reale Accademia d'Italia. Se formalmente i XL hanno sede presso la Villa Farnesina, a partire dal 1935 l'archivio e parte della biblioteca sono trasferiti, per opera dell'allora accademico amministratore Guido Castelnuovo, presso la costituenda Scuola di Matematica all'interno della Città Universitaria di Roma.
Nel 1951, l'Accademia Nazionale dei XL è ospitata presso l'Istituto Superiore di Sanità, in Via del Castro Laurenziano, grazie al segretario Domenico Marotta, all'epoca direttore dell'Istituto. Nel 1965 l'Accademia deve lasciare l'Istituto e si trasferisce presso alcuni locali della Banca Nazionale di Agricoltura in Via del Corso. A partire dal 1968, trasloca in un appartamento in affitto in Via Nazionale. Nel 1975, grazie al presidente Beniamino Segre, l'Accademia è ospitata presso il Palazzo della Civiltà del Lavoro all'EUR, e ci rimane per circa venti anni.
Nel 1995, l'Accademia trasloca, provvisoriamente, presso Villa Lontana sulla Via Cassia. La Villa è parte del lascito testamentario istituito dall'avv. Cesare Tumedei a favore dell'Accademia, con l'obbligo, in qualità di amministratrice, di liquidarne il patrimonio e di utilizzare i proventi per l'acquisto di macchinari di cardiologia e nefrologia da destinare agli ospedali romani.
Sotto la presidenza di Gian Tommaso Scarascia Mugnozza, l'Accademia Nazionale delle Scienze detta dei XL si trasferisce all'interno della Villa Torlonia: nel 2000 il Villino Rosso diviene sede della Presidenza, degli Uffici amministrativi e dell'archivio storico, e dal 2007 le Scuderie Vecchie ospitano l'antica biblioteca accademica.
Il nucleo tradizionale di attività è costituito dalla promozione del progresso scientifico nell'ambito delle scienze matematiche, fisiche e naturali. L'Accademia opera prevalentemente attraverso le competenze e l'azione sinergica dei suoi Soci che garantiscono un collegamento permanente con il sistema universitario e della ricerca, in Italia e all'estero. Il corpus accademico è altamente rappresentativo dei settori più attuali del sapere scientifico e garantisce un approccio interdisciplinare alla trattazione dei diversi argomenti sui quali l'Accademia richiama l'attenzione. Originariamente la Società Italiana era composta da 40 soci nazionali e da 12 Soci Stranieri. Oggi la categoria dei Soci nazionali è composta da 40 soci ordinari e da un numero variabile di soci in sovrannumero eletti per cooptazione, e scelti in settori tali da mantenere l'Accademia all'avanguardia del progresso scientifico. A partire dal 1979 il numero di soci stranieri è stato elevato a 25.
Tra i soci dell'Accademia figurano i più grandi cultori della Scienza italiana, da Volta a Marconi, da Spallanzani a Golgi, da Pacinotti a Fermi, da Avogadro a Natta, da Ruffini a Severi, da Cotugno ad Amaldi, da Cannizzaro a Marini Bettòlo e Scarascia Mugnozza, da Arduino a Dal Piaz; e della scienza mondiale: da Condorcet a Pasteur, da Franklin ad Einstein, da Humboldt a Monod. A sette dei suoi Soci Nazionali è stato assegnato il Premio Nobel: Marconi, Golgi, Fermi, Natta, Bovet, Rubbia e Levi-Montalcini.
Le Medaglie storiche dell'Accademia, la Medaglia dei XL per la Matematica e quella per le Scienze Fisiche e Naturali, costituiscono i primi premi governativi concessi nel 1866 dal Regno d'Italia, subito dopo l'unificazione del Paese. Con Regio Decreto, il governo incaricava la Società Italiana delle Scienze di assegnare annualmente la Medaglia ad illustri studiosi italiani di scienze matematiche e di scienze fisiche e naturali. Le Medaglie continuano ad essere assegnate tutt'oggi.
L'Accademia assegna anche la Medaglia Matteucci sin dal 1868, frutto del un lascito dell'illustre fisico Carlo Matteucci, che fino alla istituzione del Premio Nobel è stato il massimo riconoscimento internazionale per la fisica.
NOTA BIBLIOGRAFICA
Giuseppe Penso uno dei XL, Scienziati Italiani e Unità d'Italia. Storia dell'Accademia Nazionale delle Scienze detta dei XL, Roma, 1978
Guida all'Archivio Storico dell'Accademia Nazionale delle Scienze detta dei XL, a cura di Giovanni Paoloni - Mauro Tosti Croce, Roma, 1984
Lo Stato e i Quaranta. Documenti. Dal Generale Bonaparte ai tempi odierni, a cura di Giovanni Battista Marini Bettolo, Roma, 1986
Gli scienziati italiani e le loro riunioni 1839 -1847, attraverso i documenti degli Archivi dell'Accademia Nazionale delle Scienze detta dei XL e della Società Italiana per il Progresso delle Scienze, a cura di Giovanni Battista Marini Bettolo - Rocco Capasso, Roma, 1991
Guida al patrimonio archivistico della Accademia Nazionale delle Scienze detta dei XL. Archivio istituzionale e fondi degli scienziati, a cura di Giovanni Paoloni - Nicoletta Valente, Roma, Aracne Editrice, 2013
Giovanni Paoloni, La Fenice Repubblicana. L'Accademia dei XL dal dopoguerra al XXI secolo, Roma, 2018
RIFERIMENTI ARCHIVISTICI
Accademia nazionale delle scienze detta dei XL. Archivio istituzionale
A CURA DI
Giulia Trimani