Maria Luisa Righini Bonelli: Il contributo per un museo di storia della scienza araba
La storia dei musei della scienza può rivelare molto delle relazioni globali e transnazionali. Un caso particolare è quello che lega l'Italia alla Siria. Risale infatti al 1979 la collaborazione tra l'Istituto e Museo di Storia della Scienza di Firenze (oggi Museo Galileo) e l'Istituto di Storia della Scienza Araba dell'Università di Aleppo, con lo scopo di creare un museo di storia della scienza in Siria. Questo progetto, reso possibile grazie alla mediazione di Maria Luisa Righini Bonelli, direttrice dell'Istituto e Museo fiorentino dal 1961 al 1981, rappresenta un esempio di scambio culturale e scientifico tra due istituzioni, in un momento storico di crescente interesse per la museologia scientifica e storico-scientifica. La documentazione di questo scambio, custodita negli archivi del Museo Galileo, ha permesso di ricostruire un episodio di cooperazione internazionale, tra l'Italia e la Siria, e nello specifico tra Firenze e Aleppo.
Figura di spicco nello sviluppo dell'Istituto e Museo di Storia della Scienza di Firenze, Maria Luisa Bonelli nacque a Pesaro nel 1917. A seguito del matrimonio con l'astronomo Guglielmo Righini, celebrato nel 1965, assunse il doppio cognome Righini Bonelli. Ispanista di formazione, la sua carriera all'interno dell'istituzione fiorentina prese le mosse nei primi anni Quaranta del Novecento, grazie all'incontro con Andrea Corsini, fondatore e primo direttore dell'Istituto, con cui iniziò a collaborare, occupandosi inizialmente dell'organizzazione della biblioteca e della strumentaria scientifica custodita presso l'Istituto e Museo. Questa esperienza le permise di sviluppare una profonda conoscenza del patrimonio storico-scientifico italiano, culminata nella realizzazione nel 1952, insieme all'esperto di strumenti scientifici Pietro Pagnini, del catalogo della prima Esposizione Nazionale di Storia della Scienza che si tenne a Firenze nel 1929.
Grazie al suo contributo nel campo della storia della scienza, Maria Luisa Righini Bonelli acquisì una posizione di rilievo all'interno della comunità scientifica internazionale, oltre che in quella nazionale, ricevendo nel 1979 la Sarton Medal, prestigioso riconoscimento della History of Science Society, diventando la prima italiana a ricevere tale onorificenza. Si distinse nel Gruppo Italiano di Storia delle Scienze dove, dal 1956 al 1970, le venne affidata la segreteria, stabilendo importanti legami con la comunità scientifica internazionale.
Righini Bonelli fu membro della Commissione per l'inventario mondiale degli apparecchi scientifici di interesse storico e di quella Bibliografica all'interno della Divisione di Storia della Scienza dell'Unione Internazionale di Storia e Filosofia della Scienza, un'organizzazione patrocinata dall'UNESCO. Nel 1978, la sua nomina a vicepresidente della Divisione di Storia della Scienza coincise con la presenza nel Consiglio Direttivo di Ahmad Yousef al-Hassan, rettore dell'Università di Aleppo e promotore dell'Istituto di Storia della Scienza Araba, inaugurato nel 1976.
Fu in questo contesto che Ahmad Yousef al-Hassan si mise in contatto con lei. In una lettera inviata a Righini Bonelli nel febbraio 1979, l'ingegnere e storico della tecnologia chiedeva consigli sulla creazione di un museo di storia della scienza ad Aleppo. La direttrice del Museo fiorentino non solo condivise la sua esperienza e le informazioni riguardanti i più importanti musei scientifici del mondo, ma suggerì anche un approccio preciso per l'allestimento museale. Il museo di storia della scienza doveva mettere in risalto il contesto storico e culturale degli strumenti esposti, facilitando una comprensione profonda del loro sviluppo e della loro rilevanza storica.
Nella corrispondenza con Hassan emergono numerose indicazioni per la creazione del museo di Aleppo. Tra le proposte più interessanti avanzate da Maria Luisa Righini Bonelli vi fu l'utilizzo della tecnologia laser per creare olografie di strumenti scientifici, alcuni dei quali conservati nel museo fiorentino, come nel caso di alcuni astrolabi e sfere armillari, da esporre accanto agli esemplari posseduti dall'istituto di Aleppo per arricchire l'esposizione. Questo approccio non solo avrebbe valorizzato la collezione, ma avrebbe offerto al pubblico un'esperienza visiva e tecnologica all'avanguardia, oltre che una visione completa e accurata dell'evoluzione della scienza araba.
Un altro aspetto centrale del progetto riguardava alcuni suggerimenti in merito alla conservazione e al restauro degli strumenti scientifici, portando ad Aleppo l'esperienza fiorentina per la creazione di gabinetti di restauro per la strumentazione. Inoltre, suggerì di arricchire la collezione del museo siriano attraverso la richiesta in deposito di alcuni strumenti dal Museo Archeologico di Damasco, che aveva visitato durante il suo soggiorno in Siria nell'ottobre del 1979, rafforzando così l'idea che il valore di un'istituzione museale risieda proprio nella completezza e nella qualità della sua collezione.
Il Museo di Storia della Scienza Araba di Aleppo è tuttora ospitato all'interno dell'Università di Aleppo, presso l'attuale Istituto per il Patrimonio Scientifico Arabo (معهد التراث العلمي العربي). La collaborazione tra Firenze e Aleppo, promossa sotto la guida di Maria Luisa Righini Bonelli, permette di esplorare in profondità la visione della direttrice dell'Istituto e Museo fiorentino riguardo al patrimonio storico-scientifico e alla cultura materiale, tra le poche donne attive all'epoca in questo settore. Al contempo, rappresenta un esempio di come il dialogo e la cooperazione internazionale possano creare nuove opportunità per la valorizzazione del patrimonio storico-scientifico, interrogandosi sulla natura dei musei scientifici, sospesi tra le particolarità di alcune tradizioni e l'universalità della scienza.
NOTA BIBLIOGRAFICA
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RIFERIMENTI ARCHIVISTICI
Archivio dell'Istituto e Museo di Storia della Scienza di Firenze (oggi Museo Galileo)
A CURA DI
Paola Bernadette Di Lieto