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"Il nome le risuonava negli orecchi come una grande campana di cattedrale e le fiammeggiava davanti agli occhi persino sulle etichette dei vasi di pomata". Madame Bovary l'eroina di Flaubert si avvicina incuriosita alla farmacia e nonostante il delirio spirituale osserva le etichette, memorizza l'insegna quasi per ricordarne l'ubicazione. Ma è solo uno strumento commerciale questo pezzo di carta incollato sul prodotto, che occhieggia al consumatore invogliandolo al consumo?
Grazie all'etichetta così come al marchio di fabbrica, la montagna dal Settecento in poi diviene riconoscibile e forse non è un caso che le etichette più antiche contrassegnino elisir e prodotti farmaceutici.