Terre Italiane d'Oltremare: La prima mostra Triennale a Napoli
Il 9 maggio 1940 re Vittorio Emanuele III inaugura a Napoli la Prima Mostra Triennale delle Terre Italiane d'Oltremare: "...rassegna panoramica e sintetica delle realizzazioni del valore e del lavoro italiano in Africa" che "documenterà tutto il complesso delle attività politiche, sociali, economiche, culturali, con le quali l'Italia Fascista si appresta a fare delle nostre Terre d'Oltremare una fonte rigogliosa di benessere e di potenza della Patria".
Una complessa operazione di propaganda che illustra le politiche realizzate dal Regime nei territori d'Africa orientale, Libia, Albania e nelle Isole Italiane dell'Egeo (oggi Dodecaneso) e che intende presentare le colonie non come territori di conquista ma come naturale prosecuzione del proprio territorio al di là del mare, legato alla patria da vincoli storici, sociali ed economici.
La Mostra presenta tre grandi articolazioni tematiche: la sezione geografica "comprende visioni complete e suggestive dei nostri possedimenti"; la sezione dedicata alla produzione documenta le attività svolte nei territori e illustra le possibilità economiche legate alla produzione autarchica, italiana e coloniale "per il potenziamento economico dell'Italia imperiale".
Infine, la sezione storica attraverso l'opera coloniale romana nel Mediterraneo, l'espansione delle Repubbliche marinare, l'attività "civilizzatrice" di pionieri, esploratori, missionari e mercanti, intende affermare la continuità storica e ideale fra l'Impero Romano e il nuovo Impero littorio. Il complesso copre un'estensione di 1.200.000 mq nella zona dei Campi Flegrei. La sua realizzazione fornisce anche l'occasione per avviare un programma di risanamento e di rilancio della città voluto dal duce in persona.
Il nuovo quartiere espositivo infatti, che sorge nella zona dei Campi Flegrei, è collegato alla città da una "rete stradale imponente, con arterie dirette e panoramiche", da una ferrovia sotterranea direttissima, dalla ferrovia elettrica "Cumana", dalla nuova funivia che in soli sei minuti collega l'area con il Parco delle Rimembranze a Capo Posillipo.
Il progetto urbanistico elaborato dall'architetto Marcello Canino prevede la realizzazione di ben 54 edifici, in parte destinati ad ospitare le esposizioni ed in parte destinati all'attività ricreativa. Convivono edifici razionalisti e architetture di ispirazione esotica. Il palazzo più rappresentativo è certamente la Torre del PNF, realizzata da Venturino Ventura: con i suoi 40 metri di altezza e l'alto basamento decorato da bassorilievi celebrativi, opera di Pasquale Monaco e Vincenzo Meconio. Intorno si costruiscono il Palazzo dell'arte, un'Arena-Teatro da 15.000 posti, il teatro per i piccoli, un ristorante con piscina, il viale delle Fontane e la scenografica esedra che lo conclude.
Ma anche architetture più folcloriche, adatte ad immergere il visitatore nell'atmosfera esotica: un albergo assistenziale medioevale appartenente all'Ordine di Malta (progetto dell'architetto G.B. Ceas); quartieri veneti e genovesi; il complesso dei padiglioni dell'Africa Orientale Italiana opera degli architetti Mario Zanetti, Luigi Racheli e Paolo Zella Melillo, con i pittoreschi bagni di Fasilides, la chiesa copta, i villaggi abissini, un intero sobborgo tripolino con palme, caffè, empori e un minareto. L'edificio più caratteristico è il Cubo d'Oro, un volume perfetto completamente rivestito da un mosaico ispirato alle architetture di Axum. All'interno gli affreschi nel Salone dell'Impero, opera del pittore Giovanni Brancaccio, celebrano le conquiste del regime.
Le architetture sono immerse in un giardino mediterraneo: 250.000 piante suddivise in aree verdi e serre botaniche forniscono una piacevole documentazione della vegetazione delle colonie. Sono presenti anche un giardino zoologico, il cui progetto è curato dall'architetto e urbanista Luigi Piccinato, ricco di 4.000 esemplari provenienti dalle terre dell'Impero e un acquario tropicale. Nel quartiere espositivo vengono inglobati anche un'area archeologica emersa nel corso degli scavi e un parco divertimenti. La Prima Mostra Triennale delle Terre Italiane d'Oltremare è destinata a protrarsi fino al 15 ottobre 1940 ma chiude dopo un solo mese di attività a seguito dell'entrata in guerra dell'Italia.
Il complesso viene pesantemente danneggiato dai bombardamenti: ricostruito nel dopoguerra, è oggi uno dei maggiori esempi di architettura razionalista italiana. Dal 2014 ospita un moderno quartiere fieristico e congressuale, sede di attività culturali e di svago: il Parco Mostra d'Oltremare.
NOTA BIBLIOGRAFICA
Prima Mostra Triennale delle Terre Italiane d'Oltremare. Napoli 9 maggio - 15 ottobre 1940. [Guida della mostra], Roma, Enit, 1940
Prima Mostra Triennale delle Terre Italiane d'Oltremare. Napoli 9 maggio - 15 ottobre 1940. Materiale divulgativo della mostra, Milano, Ricordi, 1940
I Triennale delle Terre Italiane d'Oltremare. Napoli, Campi Flegrei 9 maggio - 15 ottobre 1940: documentario, Torino, Industrie grafiche Gros Monti, 1940
RIFERIMENTI ARCHIVISTICI
A CURA DI
Paola Redemagni