Francesco Brioschi: "Un'istruzione popolare, adatta ai bisogni di tutti..."
"Col crescere dell'istruzione crescerà l'operosità privata e la ricchezza, ma collo sviluppo della ricchezza aumenterà ancora lo sviluppo della cultura, e l'una e l'altra insieme questa meravigliosa Roma alla sua terza grandezza; grandezza auspicata dai voti concordi di tutta la nostra nazione, che fino dai primi giorni del suo risorgimento, incerte ancora le sorti d'Italia, con profetica fede acclamò capitale", con queste parole Brioschi ripercorre il sogno risorgimentale e l'idea di Sella di Roma capitale non solo politica ma anche e soprattutto morale, civile e culturale dell'Italia unita. Ma al mosaico disegnato da Sella, Brioschi aggiunge un nuovo tassello quello dello sviluppo della scuola di ogni ordine e grado, necessaria non solo per lo sviluppo di una buona classe dirigente ma anche per la crescita di tutti i ceti sociali, anche quelli più bassi.
Nato a Milano il 22 dicembre 1824 da una famiglia di ingegneri, Francesco Brioschi frequenta l'Università di Pavia, laureandosi in ingegneria nel 1845. Si dedica alla ricerca, compiendo numerosi studi di applicazione nel campo della fisica, della meccanica e dell'idraulica. Assieme ai gruppi studenteschi Brioschi si interessa alle novità culturali che in quel momento circolano in Europa, soprattutto il Cours de philosophie positive di Auguste Comte, che avrà anche modo di citare durante uno dei suoi discorsi tenuti come presidente dell'Accademia dei Lincei.
Proprio gli ideali di Comte, basati sull'idea di progresso scientifico come modello da estendere all'uomo e alla società attirano il giovane Brioschi, ispirandolo nel corso della sua vita. Profondamente colpito dagli avanzamenti scientifici che in quegli anni si stanno verificando in Europa, non è insensibile nemmeno alla questione risorgimentale, divenendo una figura attiva all'interno delle manifestazioni antiaustriache e per questo viene anche arrestato.
Attorno al 1850 ottiene la cattedra di matematica applicata e architettura idraulica presso l'Università di Pavia. Ciò permette a Brioschi di concentrarsi nello studio, rafforzando la propria posizione in ambito accademico e di ricerca in campo matematico. La volontà di partecipare attivamente alle vicende politiche trova nuova linfa nella convinzione di poter lavorare per l'unità politica dell'Italia, passando per l'attività scientifica e l'enorme contributo che essa avrebbe potuto apportare, guardando soprattutto al raggiungimento delle posizioni acquisite dalle altre nazioni. Nel 1859 Brioschi, oramai divenuto rettore dell'Università di Pavia, partecipa alla preparazione della Legge Casati, e sotto la spinta di Quintino Sella, ricopre il ruolo di segretario generale al Ministero della Pubblica Istruzione. In questa nuova veste Brioschi può concretizzare alcuni dei suoi propositi, come quello di creare e sviluppare scuole ed istituti tecnici, cercando di orientare l'istruzione in senso tecnico-scientifico. Ciò chiaramente non intendeva significare una minor considerazione del settore degli studi umanistici, quanto piuttosto la necessità di organizzare organicamente tutti i settori che avrebbero dovuto caratterizzare l'identità italiana.
Con la presa di Roma e la costituzione del Regno d'Italia, Brioschi viene nominato consigliere della Luogotenenza per l'istruzione e la cultura e può così prendere in mano la riorganizzazione del sistema scolastico, dedicandosi anche alle condizioni degli studi universitari romani, in netto ritardo rispetto alle esperienze maturate dalle altre nazioni europee. Essendo tra coloro che più aspirano alla trasformazione di Roma in capitale della scienza e della libera ricerca, Brioschi è convinto dell'importanza di ricostituire quegli antichi istituti accademici, per renderli centri di ricerca attivi e moderni. Per questi motivi nel 1874 egli propone di unire le più importanti accademie: la più antica tra quelle italiane, l'Accademia dei Lincei - che in quel momento stava vivendo una fase rivoluzionaria di ricostruzione della propria struttura grazie all'attività di Sella, attraverso l'istituzione della Classe di scienze morali, storiche e filologiche - e la Società italiana delle scienze detta dei XL, di cui Brioschi era divenuto membro nel 1860 e presidente nel 1868. Un proposito che non si concretizza, nemmeno quando viene riproposto nel 1881.
Non demoralizzato nelle sue intenzioni, Brioschi invia all'allora presidente dei Lincei un promemoria sulle linee direttrici per dare il via alla nuova fase di vita nazionale. Le pubblicazioni che secondo il suo punto di vista avrebbero avvicinato la cultura scientifica italiana a quella delle altre nazioni, devono ricalcare le esperienze maturate dai Comptes Rendus francesi, i Proceedings inglesi, i Monatsberichte tedeschi.
Dopo la morte di Sella, nel 1884, la presidenza dell'Accademia dei Lincei viene affidata a Brioschi. In piena adesione con il modello perseguito da Sella, il nuovo presidente spinge immediatamente per una maggiore promozione delle attività dell'Accademia presso la comunità scientifica nazionale ed internazionale. Ciò può concretizzarsi attraverso la cura delle pubblicazioni proposte dagli studiosi, come "il mezzo più rapido e più potente di diffusione delle loro investigazioni, delle loro scoperte; attirando così, dall'altro, sulle pubblicazioni stesse, l'attenzione dei dotti delle altre nazioni". Utili al tal scopo sono certamente i Rendiconti dell'Accademia dei Lincei, in grado di rispondere all'esigenza di presentare l'attività scientifica selezionata dall'Accademia anche in una prospettiva estera. Brioschi ritiene che l'attività scientifica sia un buono strumento di valutazione della grandezza dell'Italia, da svilupparsi in piena comunione e dialogo con le altre nazioni.
NOTA BIBLIOGRAFICA
Nicola Raponi, Brioschi, Francesco, in «Dizionario Biografico degli Italiani, vol. 14», Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1972
Francesco Brioschi e il suo tempo (1824-1897). I - Saggi, a cura di Carlo G. Lacaita, Andrea Silvestri, Milano, FrancoAngeli, 2000
Francesco Brioschi e il suo tempo (1824-1897). II - Inventari, a cura di Cristina Brunati, Daniela Franchetti, Patrizia Papagna, Paolo Pozzi, Milano, FrancoAngeli, 2000
Francesco Brioschi e il suo tempo (1824-1897). III - Saggi, a cura di Carlo G. Lacaita, Milano, FrancoAngeli, 2003
Carlo G. Lacaita, Francesco Brioschi, in «Scienziati, patrioti, presidenti, a cura di Raffaella Simili», Roma-Bari, Laterza, 2012, 43-78
RIFERIMENTI ARCHIVISTICI
A CURA DI
Francesca Nemore