Tra ricerca e propaganda: Il Documentario dei Primati Scientifici e Tecnici Italiani
Nel 1932 l'Italia viene invitata a partecipare all'Esposizione internazionale di Chicago A Century of Progress, organizzata per celebrare i cento anni di vita della città americana.
Al centro della manifestazione troviamo l'idea di sviluppo, nell'intento di mostrare come il progresso nato dall'innovazione tecnologica possa migliorare la vita quotidiana dei cittadini.
In realtà le richieste di materiale scientifico fatte da Chicago all'Italia sono due.
Il Museum of Science and Industry Rosenwald di Chicago chiede di contribuire alla formazione delle sue collezioni con 36 oggetti scelti come esempio del "contributo italiano alle conquiste scientifiche dell'Umanità": macchine di età romana, congegni vinciani, repliche dei lavori di Galileo e Torricelli, cavi ad alta tensione della Pirelli, un motore aeronautico Isotta-Fraschini.
La seconda richiesta riguarda alcune apparecchiature scientifiche da esporre nella Hall of Science, fulcro dell'intera Esposizione, dove i visitatori possono esplorare le scoperte scientifiche e tecnologiche dai primordi sino all'attualità.
Si tratta di un'occasione importante: una vetrina internazionale per il mito del primato scientifico italiano secondo cui il paese, pur avendo prodotto invenzioni e scoperte fondamentali per il progresso civile, se li è visti usurpare da nazioni più ricche ed accorte.
Il governo italiano accetta l'invito all'Esposizione e incarica il CNR di raccogliere la collezione, coinvolgendo le principali istituzioni italiane: dal Museo di Storia della Scienza di Firenze, al Museo dell'Arma del Genio Militare di Roma, all'Istituto Geografico di Firenze. Per i manufatti più antichi vengono create delle repliche, mentre gli oggetti più recenti prodotti industrialmente vengono messi a disposizione grazie al coinvolgimento delle società produttrici.
Inizialmente si prevede di realizzare ben quattro serie di oggetti, da donare a diversi musei esteri; in realtà viene completata solo la serie destinata a Chicago, anche se in alcuni casi sono realizzate due (raramente tre) copie degli oggetti.
La collezione viene esposta presso la sede romana del CNR, prima di essere inviata negli Stati Uniti e la mostra viene visitata il 21 marzo 1933 anche dal re e dai membri del Governo.
Nel contempo il CNR incarica il chimico Giulio Provenzal, presidente della Società Italiana per il progresso delle scienze (SIPS), di fornire una base documentaria ordinata e catalogata a sostegno delle rivendicazioni nazionali. Provenzal comincia la raccolta sistematica delle prove del "contributo dato dall'Italia alla civiltà del mondo", radunando materiale cartaceo proveniente da Università, enti di ricerca, studiosi.
Nasce così la Raccolta documentaria dei primati scientifici italiani: quasi tremila cartelle tematiche suddivise nelle serie Soggetti e Autori, comprensive di documenti originali, articoli e saggi, ritratti e biografie.
L'Esposizione di Chicago apre i battenti il 1 giugno 1933.
Gli oggetti della Mostra Scientifica Italiana sono distribuiti presso il Padiglione Italia, nell'Adler Planetarium, nel Padiglione dell'Agricoltura e naturalmente nella Hall of Science, dove tredici sale sono riservate al nostro paese.
Terminata la manifestazione la collezione CNR, ritenuta obsoleta e non più in linea con le politiche espositive del Museo Rosenwald, viene messa a deposito.
Gli oggetti vengono allora richiesti dallo stesso CNR, che allestisce un'esposizione permanente curata da Provenzal nella sua sede romana, e inaugurata il 30 novembre 1937 da Benito Mussolini.
In quegli anni in Italia è vivo il dibattito intorno alla necessità di costituire un museo dedicato alla conservazione del patrimonio storico-scientifico, in linea con analoghe iniziative estere. Un'ipotesi che raccoglie consensi a più livelli: dagli industriali al Politecnico di Milano, al Presidente del CNR Guglielmo Marconi, allo stesso capo del Governo.
Ma il suo maggior sostenitore è l'ingegner Guido Ucelli, amministratore delegato della Ditte Riunite A. Riva e A. Calzoni di Milano, già coinvolto ufficialmente nell'organizzazione della Mostra Italiana presso la Hall of Science, a Chicago.
Guido Ucelli lavora al progetto scientifico per il nuovo Museo almeno a partire dagli anni Venti. Anche se la realizzazione viene continuamente ritardata da contingenze storiche, economiche e politiche, il 10 ottobre 1942 viene istituita la Fondazione Museo Nazionale della Tecnica e dell'Industria.
Almeno sulla carta: l'apertura di una sede espositiva sarà possibile solo nel dopoguerra, quando l'idea del Museo si incontra con il progetto per le onoranze a Leonardo da Vinci nel quinto centenario della nascita.
Del Comitato per le celebrazioni vinciane fa parte anche Guido Ucelli: la sua proposta è quella di fare della Mostra la sezione centrale del nuovo Museo e di ospitare entrambi presso i locali restaurati del convento olivetano di S. Vittore, a Milano.
Sebbene per Chicago avesse esaurito interesse, Ucelli considera la collezione CNR di grande utilità per lo sviluppo delle esposizioni, perché avrebbe consentito di documentare lo sviluppo della storia delle Scienza e della Tecnica fino all'epoca preindustriale.
Ucelli stringe una stretta collaborazione con il CNR, favorendone l'ingresso come finanziatore del museo e promuovendo un programma culturale congiunto.
La collezione del CNR, circa 140 beni, arriva al museo in tre diversi periodi, inizialmente da Roma e successivamente da Chicago, dal 1947 al 1952, mentre il cartellario della documentazione giunge intorno al 1950.
Oggi la Raccolta rappresenta la prima collezione di reperti del nuovo museo di Milano e il cartellario uno dei fondi più interessanti conservati presso i suoi archivi.
NOTA BIBLIOGRAFICA
I "Primati" della scienza. Documentare ed esporre scienza e tecnica tra fascismo e dopoguerra, a cura di G. Paoloni, R.Reali, L. Ronzon, Milano, Hoepli, 2018
RIFERIMENTI ARCHIVISTICI
Raccolta documentaria dei primati scientifici italiani
A CURA DI
Paola Redemagni